“La giustizia italiana ha tanti problemi, ma nessuno di questi sarà risolto dalla riforma Nordio”. A dirlo è Giovanni Zaccaro, per venti anni giudice prima a Brindisi e poi e Bari (sua città natale), ora consigliere della Corte d’appello di Bari (nonché segretario nazionale di Area dg). Di funzionamento della giustizia e della sua autoregolamentazione è esperto visto che è stato componente del Csm nel quadriennio 2018-2022.

Una delle sue più grandi preoccupazioni è che la “riforma Nordio con una serie di atti normativi tende a creare una giustizia di serie A e una di serie B. Una giustizia penale molto severa per i reati di strada, per i poveri disgraziati, e invece una impunità per i colletti bianchi”.

Ma non finisce qui. “Questa maggioranza – prosegue – ha alzato le pene per chi occupa abusivamente gli immobili o chi fa graffiti per strada, però ha depenalizzato l’abuso di ufficio e contemporaneamente prevede scudi fiscali per gli evasori e lascia in carcere in condizione di disumanità cittadini, soprattutto stranieri, che hanno commesso reati bagatellari”.

Zaccaro così conclude: “A maggior ragione è fondamentale che i pubblici ministeri, i magistrati dell’accusa, siano parte della giurisdizione”. Insomma, anche per Zaccaro di ragioni per votare “no” al prossimo referendum confermativo, ce ne sono davvero molte.

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