“Non esiste posto di lavoro su un Pianeta morto”: sono stati i sindacati internazionali a coniare uno slogan che sembrava un paradosso; pure oggi ci rendiamo conto che la crisi climatica e quella della natura stanno facendo correre all’umanità un rischio enorme.

Gli ecologi ci dicono che stiamo mutilando l’albero della vita, in particolare proprio le condizioni che hanno reso possibile la civilizzazione umana. Eppure, la transizione verso un’economia verde e rigenerativa sta avvenendo, in tutto il mondo, ma va accelerata se vogliamo raggiungere gli obiettivi ambientali. Oltretutto, è in atto globalmente anche la controffensiva di coloro che nella trasformazione, quand’anche riuscissero a cambiare, perderebbero potere.

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Un errore che, in questa situazione, si può fare e si sta facendo, è quello di mettersi sulla difensiva. I settori destinati a cambiare, se invece di garantirsi un futuro innovando cercano di fermare la transizione, sono destinati a essere travolti, prima o poi. E le vittime potrebbero essere (in molti casi già sono) proprio i lavoratori, prima usati come scudi umani, sotto il ricatto occupazionale, e poi abbandonati. È  successo già molte volte.

Per ribadire tutto questo e far valere il diritto di tutti a vivere in un ambiente sano e sicuro, il Wwf Italia ha indetto insieme a oltre 100 associazioni e reti "La via maestra": grande manifestazione nazionale per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l'attuazione della Costituzione, contro l'autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare, che si terrà sabato 7 ottobre a Roma.

Non cogliere la sfida della transizione, oggi, in un Paese che oltretutto rischia di essere tra i più colpiti dagli effetti del riscaldamento globale, vuol dire esporsi anche all’irrilevanza economica e al disastro sociale. Perché la transizione ecologica è una grande occasione non solo di sviluppo sostenibile, ma anche per correggere le storture del modello attuale.

Con l’abbattimento delle emissioni che provocano l’effetto serra possiamo avere moltissimi co-benefici, a cominciare dal minore inquinamento, a patto di essere in grado di governare la trasformazione e di assicurare che tutte e tutti vi abbiano accesso. Oggi a una famiglia povera possono essere anche concessi sgravi o bonus per l’energia (fossile), ma quel che viene davvero impedito è l’accesso alla transizione. Più rapido sarà l’accesso di tutte le categorie sociali, maggiori speranze avranno tutti. 

Questa, in fondo, è l’essenza della giusta transizione.  Per i lavoratori, è essenziale anche che la transizione sia governata, perché il cambiamento va veloce in tutti i settori industriali e senza una vera capacità di vedere e fare sistema, di creare condizioni abilitanti (prima tra tutte la formazione) ci sarebbero problemi per singoli e famiglie che possono benissimo essere evitati in un Paese che ha, nel contempo, fame di personale qualificato.

Oggi l’Italia dovrebbe essere una fucina di pensiero, di pianificazione partecipata, di attori e discipline differenti che si parlano e immaginano il futuro. Dovremmo discutere di come garantire maggiore giustizia sociale e relazioni umane, in altri termini di come garantire un’equa distribuzione delle risorse su un Pianeta che rischia di vederle scarseggiare per colpa della nostra azione distruttiva.

Questo vogliamo scaturisca dall’incontro del mondo dell’associazionismo con il maggiore sindacato italiano e da tanti altri incontri tra chi vuole immaginare il futuro. Perché oggi la sfida è anche lavorare insieme.

Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed energia Wwf Italia