PHOTO
Nel febbraio scorso Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno ed esponente di Fratelli d’Italia, celebrava la Giornata del Ricordo delle Vittime delle Foibe donando agli studenti due libri - Foiba Rossa. Norma Cossetto. Storia di un’italiana e Nino Benvenuti. Il mio esodo dall’Istria - editi dalla Ferrogallico, una casa editrice vicina all’estrema destra.
“Ho come l’impressione che il meglio debba ancora venire”, fu all’epoca il commento di Giorgio Ferretti, segretario della locale sezione di CasaPound.
E il meglio - si fa per dire! - sembra essere venuto.
È di questi giorni la notizia della donazione a istituti e biblioteche italiane e tedesche da parte di amministrazioni comunali, sindaci, assessori e deputati di vignette, graphic novel, opuscoli e libri animati provenienti dalla Germania aventi come protagonista ‘l’eroe’ Mussolini e come antagonisti ‘gli immigrati assassini’.
“C’è la carica dei tagliatori di teste al grido di “hail!”, che sostituisce, rievocandolo, il saluto hitleriano “heil” - riporta Repubblica - C’è l’immigrato assassino che brandisce un coltello insanguinato (…) c’è Mussolini raccontato come une eroe”.
Mussolini viene raccontato come un paladino della giustizia, mentre gli immigrati vengono descritti come assassini, disegnati con in mano un machete che gronda sangue o con un coltello impugnato saldamente e brandito con violenza efferata.
Queste pubblicazioni sono una vergogna - è evidente - ma non dimentichiamo che la loro diffusione costituisce un reato.
Un reato sì, perché l’apologia del fascismo - anche se ogni tanto qualche smemorato se ne dimentica - nell’ordinamento giuridico italiano, è un reato previsto dall’art. 4 della legge Scelba attuativa della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione.
Recita l’articolo 4 della legge 20 giugno 1952, n. 645, Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione (GU Serie Generale n.143 del 23-06-1952): “Chiunque (…) pubblicamente esalta esponenti, principii, fatti o metodi del fascismo oppure le finalità antidemocratiche proprie del partito fascista è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a lire 500.000. La pena è aumentata se il fatto è commesso col mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione o di propaganda”.
Ora, se è vero che una sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 1957 preciserà il significato dell’articolo 4 (per esserci una vera e propria apologia di fascismo non è sufficiente che ci sia «una difesa elogiativa» del vecchio regime, ma è necessaria «una esaltazione tale da potere condurre alla riorganizzazione del partito fascista». Non è reato difendere il fascismo a parole, ma solo se viene fatto «in rapporto a quella riorganizzazione, che è vietata dalla XII disposizione») è altrettanto vero che - secondo i dati riportati dall’Anpi - i caduti nella Resistenza italiana (in combattimento o eliminati dopo essere finiti nelle mani dei nazifascisti) sono stati complessivamente circa 44700 (21200 saranno i mutilati o invalidi).
Tra partigiani e soldati italiani sono caduti combattendo almeno 40 mila uomini (altri 40 mila IMI, Internati militari italiani, sono morti nei lager nazisti).
Le donne partigiane combattenti sono state 35 mila. 4653 di loro furono arrestate e torturate, oltre 2750 vennero deportate in Germania, 2812 fucilate o impiccate. 1070 caddero in combattimento, 19 vennero, nel dopoguerra, decorate di Medaglia d’oro al valor militare.
Durante la Resistenza le vittime civili di rappresaglie nazifasciste furono oltre 10000. Altrettanti gli ebrei italiani deportati (dei 2000 di loro rastrellati solo nel ghetto di Roma e deportati in Germania se ne salvarono 11).
Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 nella valle tra il Reno e il Setta (tra Marzabotto, Grinzana e Monzuno), i soldati tedeschi massacrarono 7 partigiani e 771 civili e uccisero in quell’area 1830 persone.
Indipendentemente dalle leggi in vigore, sul fascismo sarebbe opportuno non scherzare.
Sosteneva Giacomo Matteotti che il fascismo non fosse un’opinione come le altre, dunque legittima, ma un crimine.
Noi tra Matteotti e il suo assassino Mussolini non abbiamo mai avuto dubbi su quale fosse la parte giusta da cui stare. Ieri, oggi, sempre!