La notizia è arrivata come una doccia fredda. Il tribunale di Ragusa ha rinviato a giudizio sei attivisti dell’Ong Mediterranea Saving Humans e dell'equipaggio della sua nave Mare Jonio con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. È la prima volta in Italia. La prima volta che un’organizzazione non governativa e l’equipaggio di una nave che salva migranti nel Mediterraneo saranno processati per un’operazione di soccorso.

Salvare è un reato?

Ci sono stati dei precedenti, altre Ong indagate per vicende simili, ma mai il processo era arrivato al dibattimento, che invece in questo caso inizierà a ottobre. Il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è il reato compiuto da chi “promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri” nel territorio italiano o “procuri illegalmente l’ingresso” in Italia.

Un reato che è stato più volte associato ed equiparato a bella posta alle attività di soccorso dei migranti in mare da parte delle Ong, da chi critica questo tipo di azioni di salvataggio, sostenendo che la presenza delle navi nel Mediterraneo attiri e favorisca i viaggi dei migranti. Teorie che non sono suffragate né dai dati né da studi.

27 migranti salvati

Il caso al centro del processo risale al 2020. 27 migranti soccorsi dalla portacontainer danese Maersk Etienne, a cui per più di un mese fu negato il permesso di sbarco in diversi Paesi, vennero poi trasferiti sulla Mare Jonio e quindi fatti sbarcare a Pozzallo, in Sicilia, dopo 38 giorni in mare. Tra loro c’era anche una donna violentata dalle guardie libiche nei lager. È stato il più lungo abbandono della storia del nostro mare.

“Mediterranea ha scelto ancora una volta di stare dalla parte della vita - scrivono dalla Ong -, portando in salvo quelle persone nel porto di Pozzallo, dove sbarcarono con l’autorizzazione delle autorità italiane. Tre mesi dopo la compagnia Maersk Tankers fece una trasparente donazione a sostegno delle attività di soccorso civile in mare. Su questa vicenda è stata costruita una montatura politico-giudiziaria, che siamo pronti a smantellare in sede di processo”.

Non si criminalizza chi salva vite

La nostra solidarietà va a Mediterranea Saving Humans, che ogni giorno ci insegna come si resta umani salvando vite in mare – afferma Giovanni Mininni, segretario generale Flai Cgil, che con la Ong ha instaurato un rapporto di collaborazione e sostegno -. Siamo stupiti di fronte a questa mossa della magistratura che rischia di criminalizzare attività di soccorso essenziali, che le istituzioni colpevolmente si rifiutano di compiere. Siamo certi che Mediterranea saprà difendersi nel migliore dei modi. Nel frattempo, l’Ong non si ferma e non è sola, la Flai Cgil è al suo fianco e la sostiene concretamente, insieme a tante altre realtà che difendono l’operato della flotta civile di soccorso”.

Una nuova nave pronta a salpare

“Proprio oggi Mediterranea ha annunciato di essere pronta a far salpare una nuova nave, per raddoppiare il proprio impegno – conclude Mininni -, un allargamento della flotta che rappresenta la miglior risposta a chi vorrebbe stendere un velo criminale di silenzio su ciò che avviene nei nostri mari, un’ecatombe causata da politiche migratorie inaccettabili che generano morte e sofferenze”.