Saranno centinaia le iniziative dell’ottavo Festival dello sviluppo sostenibile 2024 dell'Asvis, che riunisce oltre 320 organizzazioni del mondo economico e sociale, per dare spazio a tutte le declinazioni della sostenibilità. Tra il 7 e il 23 maggio avranno luogo numerosi incontri presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, ma il Festival sarà anche itinerante e vedrà protagonisti i territori con le tappe di Ivrea, Torino, Bologna, Milano, Palermo. Prevista anche la presenza del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e della responsabile per il sindacato delle Politiche per il clima, il territorio, l’ambiente e la giusta transizione, Simona Fabiani.  

Numerosi i temi che saranno approfonditi: Green deal europeo, cooperazione, finanza quotidiana, transizione climatica in Europa, scienza, contrasto alle fake news, ma anche trasporti sostenibili, disuguaglianze di genere, sicurezza sul lavoro, disabilità, innovazione in agricoltura, il ruolo del settore pubblico, il clima in Costituzione e molto altro. Saranno inoltre presentati i risultati del concorso “Facciamo 17 Goal” e di due progetti europei, Human development report e Spes policy dialogue sugli impatti sociali, a cui partecipa l'Alleanza. 

Sensibilizzazione e mobilitazione

A Donato Speroni, giornalista e scrittore nonché senior expert dell’Asvis, chiediamo da quale esigenza parte il Festival: “C’è un problema generale di sensibilizzazione sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Onu, la cui insorgenza coincide con la nascita di Asvis – ci dice -. Perché sostenibilità non vuol dire solo ambiente, come si tende sempre a pensare, ma vuol dire moltissimo anche lavoro, aspetto sociale, uguaglianza di genere e non solo, istruzione, tutto l'insieme dei 17 obiettivi”.

La necessità di mobilitazione e di sensibilizzazione “è ancora più forte in questo momento in cui le scelte di sviluppo sostenibile vengono messe seriamente in discussione, anche in vista delle elezioni europee, e gli obiettivi dell'agenda 2030 sono difficili da raggiungere, anche a causa di pandemie e guerre. Per cui abbiamo dato gli strumenti a tanti soggetti, dalle scuole, alle città, ai singoli cittadini, oltre che ai nostri aderenti per organizzare degli eventi ai quali noi davamo un supporto di informazione e di pubblicità”.

Futuro e lavoro

Speroni parte dalla consapevolezza che non tutti gli obiettivi saranno raggiunti, ma ribadisce l’impellenza di un impegno comune. “Dobbiamo cominciare necessariamente a guardare oltre – afferma - perché sono molti gli impegni importanti e, al contrario di quanto molti pensano, sostenibilità non è solamente l’auto elettrica o la decarbonizzazione. È il momento di fare un discorso più generale guardando al futuro e lo faremo già dall’apertura a Ivrea”.

La scelta di aprire il Festival nella città piemontese viene dai due temi preponderanti, vale a dire futuro e lavoro, partendo dall’esperienza virtuosa della prima parte della storia di Olivetti. “Questo per ribadire il ruolo fondamentale delle imprese e della finanza nella evoluzione green per cambiare il modello di sviluppo”, spiega il senior expert di Asvis, aggiungendo che la sostenibilità si declina nel lavoro con salari adeguati, conciliazione dei tempi, tutele e soprattutto salute e sicurezza, tema principe quando al festival “si tratterà de l'obiettivo 8 del dell'agenda 2030 per garantire un lavoro sicuro per tutti”.

“Lo sviluppo sostenibile non è un pranzo di gala”

Una frase citata da Speroni per fare comprendere che il lavoro da fare non è semplice, perché nella situazione attuale “ci sono persone e gruppi interessi che ci guadagnano, ma alcuni si perdono il saldo. Il saldo dello sviluppo sostenibile per noi è senza dubbio positivo per l'economia e per la società, benché sia necessario trovare le compensazioni. Per esempio, è chiaro che l'auto elettrica comporta delle conseguenze per i produttori di auto e per tutti i sub-fornitori, però è un problema che guardiamo da adesso e in prospettiva tra una decina di anni possiamo trovare le misure per le conversioni”.

Le soluzioni vanno trovate anche con uno sguardo alla questione demografica. “Si pensa che la crescita dell'umanità si fermerà attorno al 2064 a circa 10 10,8 miliardi e si pone il problema di una vita decente per tutti. Il Pil mondiale è 100.000 miliardi di euro la popolazione attuale è 8 miliardi e, facendo una divisione, emerge che mediamente ogni persona dovrebbe avere accesso a un pil pro capite di 12.000 euro, vale a dire mille euro al mese. Con un sistema economico adeguato possono vivere tutti e quindi diciamo c'è un grande una grande sfida su di esso e una grande sfida sui consumi. È aumentata e continua a aumentare la massa di persone che vuole consumi uguali ai nostri, quindi diventa importante dal punto di vista della sostenibilità l’applicazione dell'economia circolare del cambiamento dei modelli di consumo”.

L’ansia ecologica

Sviluppo sostenibile vuole dire anche misure che contrastino i cambiamenti climatici e le loro disastrose conseguenze. Da qui l’importanza della transizione ecologica, che sarà al centro dell’appuntamento di Bologna il 14e 15 maggio. Un tema che, passato lo shock della pandemia, sta perdendo di mordente, anche a causa di un bombardamento mediatico che, per qualità, sembra contribuire a “diminuire la sensibilità rispetto all'ambiente e non ad aumentarla, con l’effetto di generare tanta paura. L'ansia ecologica che non produce dei comportamenti virtuosi, al contrario spinge a pensare che i problemi sono talmente grandi che non c'è niente da fare ed è meglio quindi concentrarsi solamente sul nostro particolare”.

Anche per questo il Festival dello sviluppo sostenibile si pone l’obiettivo di esortare la collettività ad agire con consapevolezza nel presente guardando a un futuro migliore, come è stato ribadito nella conferenza stampa fi presentazione. L'evento conclusivo si terrà a Roma, il 23 maggio, presso l'aula dei gruppi della Camera dei deputati, per illustrare istituzioni i risultati e le proposte maturate nel corso del Festival.