Maurizio Landini, a margine dell’elezione del nuovo segretario della Cgil Friuli Venezia Giulia, ha parlato di salari, pensioni e povertà. Tre temi che, a vedere le politiche messe in atto in questi mesi e a leggere la Legge di Bilancio, dimostrano le vere intenzioni di questo governo, quelle di fare cassa, che si tratti di previdenza o di sostegno ai più poveri. Senza migliorare la condizione dei cittadini di questo Paese.

Pensioni, Landini: "Questo governo è riuscito a peggiorare persino la Legge Fornero”

Questo governo è riuscito a peggiorare persino la Legge Fornero, cosa che non si pensava possibile”. Netto il giudizio del segretario della Cgil sulle novità in tema previdenziale, cui Landini dà anche una lettura di prospettiva. “Il risultato è che hanno usato di nuovo le pensioni per fare cassa e hanno alzato di nuovo l’età pensionabile”. Un quadro a tinte fosche, nel quale ci sono “giovani che continuano a essere precari con incertezza oggi e senza pensione in futuro” e manca “il riconoscimento del lavoro di cura e del lavoro usurante. Noi abbiamo presentato una vera e propria proposta di riforma di tutto il sistema pensionistico, ma con questo governo non c’è stato verso di poterne discutere. Fanno cassa, senza riformare davvero le pensioni e senza nemmeno tutelarne il potere di acquisto”. Basta guardare quello che non è stato fatto sul fronte rivalutazione, dice il segretario generale del sindacato di Corso d’Italia.

"Hanno preso soldi dove non dovevano, perché non è accettabile che si arrivi a 70 anni per andare in pensione e che le nuove generazioni si trovino in questa situazione. Quando si parla di sostenibilità del sistema pensionistico, il vero tema è il superamento del lavoro precario. Il governo deve garantire alle persone di avere un lavoro dignitoso che permetta di sostenere la prospettiva della pensione. Per questo noi chiediamo di cancellare le leggi balorde fatte non solo da questo governo, ma da tutti i governi degli ultimi vent’anni, perché la priorità assoluta è superare la precarietà, cancellare forme di lavoro assurdo e garantire gli stessi diritti a tutti quelli che lavorano. Per farlo occorre mettere mano alla logica dell’appalto, del subappalto, della finta cooperativa, quel sistema che ha determinato, sia nel pubblico che nel privato, un aumento dello sfruttamento e un peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone”.

Povertà, Landini: “Hanno fatto cassa anche sui più poveri”

Hanno fatto cassa sui più poveri – dichiara Landini, citando almeno la metà dei percettori del reddito di cittadinanza –. Una follia se pensiamo che, allo stesso tempo, hanno dato il via a condoni fiscali, non hanno tassato gli extraprofitti delle banche e di tutti quelli che hanno visto i propri fatturati lievitare in questi ultimi tempi. Questo è profondamente sbagliato”.

Il segretario generale della Cgil cita un dato: solo il 16% dei rapporti di lavoro attivati nel 2023 è costituito da assunzioni a tempo indeterminato, l’84% è lavoro precario ovvero a chiamata, somministrato, a termine. “Questo non è più accettabile. Se poi aggiungiamo che tra quelli assunti a tempo indeterminato, una buona parte è fatta di part time involontario – soprattutto tra i giovani e le donne – è evidente è che il quadro è quello di una povertà dilagante. E allora occorre cambiare le leggi sbagliate, investire sulla qualità e sul lavoro, per ricreare fiducia nel Paese”.

Salari, Landini: “Aumentarli attraverso il rinnovo dei contratti nazionali”

Tasche sempre più vuote per gli italiani. Cosa è necessario fare? “La ricetta è semplice – dichiara Maurizio Landini –, occorre aumentare i salari e gli stipendi, e per farlo bisogna innanzitutto rinnovare i contratti nazionali dei lavoratori e delle lavoratrici interessati, questo vale per tutti, i pubblici che hanno contratti scaduti dal 2022, ma milioni di lavoratori dei settori privati. Penso a tutti i dipendenti del commercio, dei servizi e del turismo. Il 2024 è anche l’anno in cui bisogna rinnovare il contratto dei metalmeccanici, degli edili, dei tessili. Stiamo parlando di oltre 12 milioni di lavoratori sia pubblici che privati. Qui c’è una responsabilità del Governo che nella Legge di Bilancio ha messo solo risorse per un aumento del 5% dei salari, quando l’inflazione è ormai oltre al 17%. Dall’altra parte c’è anche bisogno che gli imprenditori allentino i cordoni della borsa e rinnovino i contratti”.

Non solo. Il segretario della Cgil ricorda che per aumentare i salari ci sono altre due strade: “evitare, come sta succedendo adesso, che un cittadino per curarsi oltre a pagare i contributi ogni mese debba pagare ulteriormente, e attuare una riforma fiscale degna di questo nome, nel quale si riduca la tassazione su dipendenti e pensionati e si vada a prendere i soldi da altre parti”.

(Audio a cura di Riccardo De Toma)

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