Maurizio Landini a tutto campo. Il segretario generale della Cgil, oggi, 25 gennaio, in Friuli Venezia Giulia per assistere all’elezione del nuovo leader regionale, Michele Piga, risponde alle domande dei giornalisti a margine dell’assemblea. 

Autonomia differenziata, Landini: “Governo non ascolta nessuno e pensa che avere la maggioranza in Parlamento significa poter fare ciò che vuole”

Il segretario generale della Cgil torna a parlare di autonomia differenziata dopo il voto con cui il Senato ha approvato il disegno. In attesa del passaggio alla Camera, il leader del sindacato di Corso d’Italia ripete quello che la Cgil dice da tempo sul tema. “Una scelta sbagliata, che indebolisce un Paese già abbastanza diviso e frantumato, penalizzando non soltanto le regioni del Sud. Proprio in un momento in cui ci sarebbe più bisogno di fare sistema, la logica di questo provvedimento ci porterebbe ad avere venti sistemi sanitari diversi, venti sistemi scolastici, venti politiche industriali. Una follia che dimostra come manchi la comprensione della dimensione, europea e mondiale, dei problemi che ci sono da affrontare”. Landini sottolinea la grave mancanza di vere riforme di cui il Paese avrebbe davvero bisogno in tema di istruzione e in tema fiscale. “Dobbiamo contrastare in qualsiasi modo questo disegno che in realtà modifica anche l’assetto costituzionale del nostro Paese. Lo abbiamo detto al Governo quando siamo stati coinvolti, gli abbiamo chiesto di non seguire questa strada, ma questo Governo non ascolta nessuno e pensa che avere la maggioranza in Parlamento significa poter fare ciò che vuole. Secondo noi sta sbagliando, anche perché la maggioranza del Paese non pensa questa cose".

Riforma fiscale, Landini: “Come si fa a tassare più il lavoro e le pensioni che le rendite?”

Il tema centrale, secondo l’analisi di Maurizio Landini, resta quello della riforma fiscale che potrebbe diventare lo strumento di una vera redistribuzione della ricchezza. “Non possiamo continuare a essere un Paese nel quale l’evasione fiscale è di oltre 100 miliardi di euro e allo stesso tempo continuare a tassare di più i lavoratori dipendenti e i pensionati rispetto alle rendite finanziarie e immobiliari”.

"Quando proprio nei guadagni da rendite finanziarie e immobiliari ci sono i soldi da andare a prendere per fare gli investimenti, far funzionare meglio la sanità, investire sulla scuola. I soldi per attuare quelle politiche industriali di cui il nostro Paese ha bisogno. E invece qui si continua a parlare di privatizzazioni e a dare incentivi, generali e non finalizzati, al sistema delle imprese. Così, secondo noi, si cacciano via soldi pubblici e non si fa crescere il Paese”.

Politica industriale, Landini: “Il governo vuole privatizzare per fare cassa o per investire nella crescita e nelle infrastrutture?”

Se si guarda al futuro del Paese, mai come oggi a un bivio, bisogna scegliere quali scelte politiche intraprendere per dare una svolta alla crescita. Per questo Landini torna a parlare della politica industriale che manca da anni. “Si è detto di recuperare 20 miliardi di euro con le privatizzazioni e si rischia di svendere settori strategici, dalle ferrovie all’Eni, al Monte dei Paschi. Noi non abbiamo nulla in contrario rispetto all’ingresso di investitori stranieri in Italia, ma il punto è: per fare che cosa? Queste privatizzazioni – si chiede il segretario generale della Cgil – si fanno semplicemente per fare cassa o servono a far crescere gli investimenti e a realizzare le infrastrutture di cui avremmo bisogno? Da un certo punto di vista, noi pensiamo che aziende che sono controllate dal pubblico debbano andare in questa direzione. Tra l’altro noi in questo periodo stiamo chiedendo – penso alla ex Ilva – che lo Stato diventi azionista di maggioranza. Perché i settori strategici di un Paese, questo vuol dire fare politica industriale, debbano avere indirizzi precisi”. 

Per Landini il Governo non può continuare a distribuire soldi a pioggia e lasciare fare al mercato, deve indirizzare le risorse pubbliche e favorire chi vuole fare investimenti, facendo rete. Per questo l’autonomia differenziata è una follia, “perché in questa situazione raccontare che ogni singolo territorio è in grado, da solo, di reggere la concorrenza con il mondo intero, è una bugia. Si sta determinando invece una competizione al ribasso. Noi da tempo denunciamo la gravità della situazione che attraversa i settori strategici come la mobilità, l’elettrodomestico, la siderurgia, il digitale. Devi fare sistema e rete, non lasciare fare al mercato”.

Landini ha ricordato che la Cgil ha chiesto, inascoltata, dei tavoli nei quali si discuta insieme di sviluppo e dell’utilizzo dei soldi pubblici che l’Europa ha messo a disposizione e che dovrebbero essere spesi dentro un’idea di sistema. “Faccio tre esempi: abbiamo bisogno di rinnovare i mezzi del trasporto pubblico, li continuiamo a comprare in giro per il mondo o facciamo la scelta di potenziare le attività produttive per costruirli nel nostro Paese e investiamo su nuove tecnologie e sulla nascita della filiera? E poi, ancora, sulle politiche energetiche: investiamo sulle fonti rinnovabili, la produzione di pannelli solari, ad esempio, o li compriamo all’estero? E sull’intelligenza artificiale che cosa abbiamo intenzione di fare?”.

(Audio a cura di Riccardo De Toma)

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