Si è tenuta il 24 agosto, come ogni anno, la celebrazione in memoria di Jerry Masslo, a 34 anni da suo assassinio, presso il cimitero di Villa Literno. "Jerry Masslo è stato un simbolo di riscatto e resistenza - ha dichiarato Elena Russo, responsabile politiche dell'immigrazione della Cgil di Caserta -. Un esule a cui non veniva riconosciuto il diritto di asilo, malgrado scappasse dall’apartheid, costretto a vivere nell’indifferenza delle istituzioni e sotto il ricatto dello sfruttamento. La sua storia non è mai stata tanto attuale. Rappresenta la storia di migliaia di esseri umani che ogni giorno lasciano con dolore le proprie terre alla ricerca di un futuro migliore e che purtroppo non trovano nel nostro paese quello che dovremmo offrire: accoglienza e umanità".

"Jerry fu ucciso dall’odio - continua Sonia Oliviero, segretaria generale Cgil Caserta -, ma la sua morte scatenò un grande moto di coscienza. Dopo poche settimane dalla sua morte si tenne la più grande manifestazione antirazzista della storia Italiana e a questa seguirono leggi che tentavano di migliorare le condizioni di vita dei migranti e la riforma del diritto d’asilo. A Villa Literno vi fu il primo sciopero con una manifestazione dei lavoratori migranti, i cosiddetti “clandestini” sfruttati come schiavi nei campi per la raccolta del pomodoro. Un grande momento di coinvolgimento emotivo ed umano, che vide anche la presenza delle istituzioni e di tutte le realtà associative del territorio".

Dei tempi attuali non si può dire lo stesso, purtroppo. "Alla morte di centinaia di innocenti - continuano le sindacaliste, vedi la strage di Cutro, segue la criminalizzazione delle vittime, decreti disumani che sconvolgono le vite di migliaia di persone. Noi non ci siamo assuefatti a questo orrore e per questo ricordiamo Jerry Masslo, perché la sua storia ha ispirato una intera generazione antirazzista e antifascista e nel suo ricordo ogni giorno ci battiamo contro ogni discriminazione, sempre al fianco dei più deboli".

Conclude Sonia Oliviero: "Significa rilanciare con forza una delle ragioni del sindacato, che è quella di unire, perché la divisione, invece, favorisce lo sfruttamento e l’economia illegale, e fa trattare le persone come merce. Una sfida che non è semplice, una sfida che è costata spesso la vita, che ci porta a lottare quotidianamente contro agromafie, caporalato, sfruttamento e schiavismo. Jerry Masslo con il suo impegno, il suo sudore e la sua stessa vita e con tutta la mobilitazione che ne è conseguita, ci ha lasciato un monito, quello di non smettere di lottare e di difendere questo territorio e le persone più fragili e vulnerabili. E noi non lo abbiamo dimenticato".