La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per avere detenuto illegalmente nel hotspot di Taranto un gruppo di minori stranieri non accompagnati, per avere utilizzato trattamenti inumani e degradanti nel predisporre le loro misure di accoglienza, per non avere nominato un tutore né avere fornito loro alcuna informazione sulla possibilità di contrastare in giudizio tale condizione. Il governo italiano sarà tenuto, altresì, a risarcire i ricorrenti per il danno loro causato.

A darne notizia l’Asgi, l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, precisando che a tutt’oggi l’hotspot è nella stessa condizione e chiedendo “l’immediato collocamento in strutture adeguate e la supervisione dell’attuazione delle precedenti sentenze che, come dimostra la situazione nel hotspot di Taranto, non hanno fatto modificare le prassi illegittime”.

Dall’associazione si fa notare che si tratta dell’ennesima sentenza contro l’Italia relativa alla gestione del fenomeno migratorio e, in particolare, dei cittadini stranieri minorenni. La decisione della Corte dimostra che “non solo non sono stati modificati gli approcci repressivi precedenti”, ma , al contrario, ne sono implementati ulteriori non rispettosi dei principi basilari dei diritti umani e fondamentali della persona”, Di ciò può essere dimostrazione l’accordo con l’Albania con l’identificazione e la detenzione dei cittadini stranieri all’estero.

Attualmente all’interno del hotspot di Taranto ci sono 185 minori stranieri trattenuti di fatto, in assenza di ogni base legale e di ogni vaglio giurisdizionale, e alcuni di loro vi si trovano addirittura dallo scorso mese di agosto. Gli avvocati Marina Angiuli e Dario Belluccio, che hanno seguito il caso alla Cedu, dichiarano che il suddetto centro “è allestito su un parcheggio nel porto della città jonica, completamente isolato dal contesto urbano e sociale locale ed è assolutamente inadatto ad ospitare minori, tanto più se in condizioni di trattenimento”.

Asgi chiede quindi alle autorità competenti di disporre l’immediato collocamento dei giovani presenti presso l’hotspot nelle strutture per minori come previsto dalla legge e di “garantire il monitoraggio delle condizioni di accoglienza nel rispetto degli standard di umanità e dignità volute dalla Costituzione e dalla Convenzione europea per i diritti umani”.

Inoltre, "a fronte della natura sistemica delle violazioni monitorate, della mancata attuazione della sentenza e di quanto sostenuto dal governo nell’Action report del 6 luglio scorso, l’associazione di giuristi ha inviato una comunicazione al Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa che deve supervisionare l’attuazione delle sentenze della CEDU, elencando le innumerevoli situazioni di mancata tutela e illegittimo trattenimento di cui sono vittima i minori stranieri non accompagnati in Italia anche alla luce del prevedibile peggioramento della situazione con l’entrata in vigore definitiva delle misure" previste dall'ultimo decreto sicurezza attualmente in discussione in Parlamento.