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La chiusura delle scuole per evitare il diffondersi del Coronavirus ha sollecitato gli istituti a fare di necessità virtù e a organizzare la didattica a distanza, attraverso gli strumenti tecnologici. Nelle regioni del Nord, interessate per prime ai provvedimenti governativi, sono sempre più numerose le esperienze operative per garantire la continuità nelle scuole di ogni ordine e grado, anche con l’applicazione del sistema delle classi virtuali. A Sarzana, in provincia di La Spezia, l’Istituto comprensivo Isa 13 è riuscito a coinvolgere nell’e-learning finanche i bambini della scuola materna, oltre ai compagni della primaria e della secondaria, studenti dai 3 ai 14 anni.
“Siamo partiti subito, il 24 febbraio abbiamo fatto una serie di riunioni organizzando un progetto al quale abbiamo dato il nome ‘Non restiamo soli, noi ci siamo’”, ci racconta il dirigente scolastico, Antonio Fini, sottolineando che il primo obiettivo è stato quello di essere comunque presenti benché venisse improvvisamente meno la presenza fisica della scuola. Ci sono elementi fondamentali per la buona riuscita delle attività e Fini ce li elenca: “Uno degli ingredienti è avere un minimo di organizzazione precedente; noi abbiamo un sistema di comunicazione a livello di istituto con cui gestiamo tutta la scuola, dalla segreteria alla didattica, con la possibilità di usare delle classroom nella scuola media e per l’ultimo anno di elementari”.
“Un altro ingrediente – prosegue il preside – è avere più sistemi di comunicazione, canali diversi, non solamente uno, perché stiamo parlando di un istituto comprensivo, e allora per la scuola dell’infanzia abbiamo messo a disposizione mini siti web nei quali le maestre inseriscono, ad esempio, alcuni video o file sonori nei quali raccontano storie, recitano testi e propongono animazioni o attività in stile ‘art attack’ da eseguire ovviamente con l’aiuto dei genitori”.
Per la scuola primaria lo strumento essenziale è il registro elettronico che viene usato per trasmettere i compiti, i materiali e le proposte di lavoro e per ricevere da parte dei bimbi esercitazioni svolte, racconti scritti, fotografie e anche video che poi le maestre valutano. Fini specifica che tutto questo accade in ambiente web protetto e che i primi interlocutori rimangono in ogni caso i genitori. Per la secondaria e l’ultimo anno della primaria “si lavora con le classi virtuali, con le lezioni via internet sempre in ambiente protetto”, continua il dirigente scolastico precisando che “prima la classroom era uno strumento di integrazione delle lezioni a scuola, ora è diventato sostitutivo”.
Ultimo tassello al quale non si può rinunciare “è la buona volontà e la collaborazione da parte dei docenti e di tutti: nessuno si è tirato indietro e da un monitoraggio è risultato che, ad oggi, nell’istituto comprensivo Isa 13 di Sarzana, oltre il 90% degli insegnanti ha fatto attività, quindi l’esito è plebiscitario”.
Fini non nasconde la principale criticità, vale a dire la difficoltà di accesso universale agli strumenti tecnologici. “Ci sono famiglie e ragazzi difficili da raggiungere – conclude – perché non hanno connessione, o perché vivono in un ambiente domestico disagiato. In questa seconda fase abbiamo fatto il massimo sforzo su questo aspetto e abbiamo attivato, ad esempio, il comodato d’uso gratuito dei dispositivi; so che non è molto previsto dalle norme, ma nell’emergenza si può forzare la mano, altrimenti l’utilizzo massiccio della tecnologia può finire con il penalizzare le persone già svantaggiate”.