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La legge di bilancio che si sta delineando in queste ore rappresenta, ancora una volta, una grande delusione per tutte le lavoratrici e i lavoratori delle forze di polizia e del comparto sicurezza. La manovra, che sarà presto al vaglio dal Parlamento, dimostra con i fatti che le promesse fatte dal governo Meloni sono state, ancora una volta, solo parole vuote, prive di ogni reale sostanza.
Una scure, quella della legge di bilancio, che si abbatte sugli uomini e le donne in divisa che vengono spesso tirati per la giacchetta e per un chiaro tornaconto di natura elettorale e oggi questo è più che mai evidente. Nessuna assunzione straordinaria, nessun piano concreto per colmare il deficit di personale che ormai supera le 10.000 unità. È inaccettabile che, mentre si accrescono i finanziamenti per il riarmo e la spesa militare, si continuino a tagliare risorse fondamentali per un settore che invece dovrebbe essere prioritario per garantire la sicurezza dei cittadini e delle cittadine, soprattutto dei più deboli, e la tranquillità di chi ogni giorno mette a repentaglio la propria vita per il bene comune.
Sempre più anziani
C'è un dato molto grave, il principio che regola l'azione di questo governo sembra essere chiaro: non assumere nuove forze, non investire nel personale, ma continuare a far lavorare sempre più anziani in divisa, aumentando l’età pensionabile senza alcuna considerazione per il gravoso lavoro che svolgiamo. L’articolo 42 della bozza della legge di bilancio, che prevede un innalzamento dell’età pensionabile di 3 mesi nel 2026 e di 4 mesi nel 2027, è un paradosso che mette in evidenza quanto poco si tenga conto della reale usura psicofisica di chi indossa una divisa, tradendo la norma sulla specificità della professione. L'obiettivo, dal 2028 in avanti, è quello di proseguire con questo aumento dell'età pensionabile.
Un vergognoso disallineamento
E mentre si tagliano risorse per le assunzioni e si impedisce ai poliziotti di andare in pensione, si investe ingentemente nel riarmo, con cifre che raggiungono i 31,2 miliardi di euro nel 2025 e che cresceranno negli anni successivi. Un vergognoso disallineamento che evidenzia con chiarezza quale sia l’orientamento di questa maggioranza: più soldati e armamenti, meno uomini e donne in uniforme, meno mezzi e meno strumenti adeguati per proteggere chi lavora con sacrificio nel garantire la sicurezza dei cittadini.
Idea securitaria, non sicurezza
Tutto questo appartiene a chi ha un’idea di sicurezza e di società securitaria e non inclusiva. Noi come Silp Cgil denunciamo questa situazione con fermezza da tempo. È fondamentale investire su personale qualificato, su formazione continua e su mezzi moderni, affinché il lavoro delle forze di polizia possa essere svolto nei migliori standard di efficienza e sicurezza. Solo così potremo garantire un reale stato di diritto e una società più giusta, dove chi lavora per la legge e la sicurezza non venga dimenticato o penalizzato.
Pietro Colapietro è segretario generale del Silp Cgil