Si è tenuto oggi, 18 ottobre, il tavolo di confronto sull’automotive, convocato al ministero dello Sviluppo economico dal ministro Stefano Patuanelli. È stato l’avvio di un dialogo tra governo, associazioni di impresa, singole aziende e sindacati con l'obiettivo di individuare i migliori strumenti al fine di rilanciare il settore dell'automotive anche attraverso le opportunità messe a disposizione dalla mobilità ecosostenibile. Un primo incontro che servirà a individuare un metodo di lavoro e creare una cabina di regia.

"È positivo che finalmente sia partito il tavolo per l'avvio di un percorso politico e tecnico sul settore automotive che la Fiom ha chiesto da anni. Il ministro Patuanelli, diversamente dai ministri precedenti, ha avuto il coraggio di affrontare la crisi di un settore fondamentale per l'industria del nostro Paese in una fase di riduzione del mercato e di transizione tecnologica". Lo dichiarano in una nota congiunta al termine dell’incontro Francesca Re David, segretaria generale Fiom Cgil, e Michele De Palma, segretario nazionale della stessa categoria e responsabile automotive.

"Abbiamo chiesto – proseguono i due sindacalisti – la costituzione di una task force per la predisposizione di un piano per la trasformazione dell'industria dell'automotive che si ponga l'obiettivo dell'occupazione, dell'ambientalizzazione delle fabbriche e della mobilità sicura ed ecologica. I lavoratori del settore stanno affrontando la caduta dei volumi produttivi e l'aumento della cassa integrazione”.

Per la Fiom, “è necessario che il governo intervenga a partire dalla manovra per garantire gli investimenti necessari alla transizione industriale garantendo l'occupazione”. La crisi del settore, rilevano Re David e De Palma, "riguarda certamente il principale player in Italia: Fca, in cui gli ammortizzatori sociali aumentano con il passare dei giorni anche per effetto della riduzione degli ordini sui mercati, dei dazi minacciati o reali, dal calo del diesel e della evoluzione in corso complessivamente della mobilità".

"Ci arrivano segnali molto preoccupanti dalle aziende della componentistica a partire da quelle del diesel, ma anche per il rallentamento dell'auto in Europa, in particolare in Germania", sottolineano ancora Re David e De Palma. "Sono migliaia i posti di lavoro a rischio nel settore a fronte di una capacità produttiva di oltre 1,5 milioni di auto: occorre partire dal creare le condizioni per saturare tutto il potenziale di capacità produttiva attraendo anche nuovi produttori". Il ritardo sull'ibrido e sull'elettrico, ricorda la Fiom, "è grave, ma ci sono le condizioni per recuperare con investimenti e cambio tecnologico e generazionale investendo nelle nostre università e nella formazione dei lavoratori. Dobbiamo mettere in condizione il sistema industriale del nostro Paese di superare questa fase di crisi e di rilanciare l'industria dell'auto puntando sulla transizione con l'obiettivo dell'ambiente e dell'occupazione".