Prosegue fino alle ore 18 lo sciopero di 24 ore di Alitalia deciso ieri da piloti e assistenti di volo. Ieri sono cancellati quasi cento, oggi ne sono già stati annullati 30. È caos a Fiumicino, dove si assiste a lunghe file di passeggeri (fino a 60 metri) dopo bivacchi durati tutta la notte. Anche a Milano proseguono gli effetti dello sciopero: a Linate sono al momento 19 i voli cancellati della compagnia di bandiera, 12 in partenza e 7 in arrivo. La maggior parte delle cancellazioni sarebbe da imputare allo strascico del blocco improvviso di ieri.

Lo stop è stato indetto dal Comitato spontaneo di lotta
, che è riuscito a far passare la mozione di sciopero a maggioranza in un’assemblea spaccata del cosiddetto “fronte del no” (composto dai sindacati autonomi Avia, Anpav, Sdl, Anpac e Up, i quali non hanno dato il loro appoggio allo sciopero selvaggio). Il ministro dei Trasporti Altero Matteoli, che ha precettato i lavoratori, annuncia la linea dura: “Se la precettazione non dovesse funzionare, i dipendenti Alitalia si metteranno nella completa illegalità, e allora ci sono norme anche di ordine penale”. Sulla stessa linea il titolare dell’Interno Roberto Maroni. “Quello che è avvenuto ieri, il picchetto davanti all'aeroporto, non potrà più avvenire, così come non dovrà più avvenire lo sciopero selvaggio, perché è una violazione della legge”. Anche l’opposizione è contro questo tipo di protesta che, dice Massimo D'Alema (Pd), “è una forma di lotta dannosa innanzitutto per chi la pratica e poi per i cittadini. Spero che si trovino soluzioni senza danneggiare cittadini ed utenti”.

Epifani, le responsabilità sono molteplici
Nella vicenda Alitalia “ci sono tre responsabilità: quella della Cai e della sua incapacità a gestire un problema di personale; quella di una parte del governo che minaccia in continuazione invece di ricercare coerenza di comportamenti e di stimoli per uscire da questa situazione; quella di un radicalismo estremo che non fa gli interessi né della compagnia, né dei lavoratori, e che mette i cittadini contro il futuro della compagnia aerea”. A dirlo è il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, sottolineando che la Compagnia aerea italiana deve dotarsi di un capo del personale, “perché non si va avanti senza una figura come questa e senza strutture”. Ma soprattutto, aggiunge, “bisogna assolutamente dire a chi opera con scioperi non legali che non è così che si rispetta il rapporto tra utenti, lavoratori e cittadini. Così si dà solo il pretesto a quella parte del governo che usa le minacce d'intervenire su un terreno delicato come il diritto allo sciopero”. Conclude il leader sindacale: “Ricordo che il sottosegretario Gianni Letta si era assunto l'impegno di mediare su quelle parti del secondo accordo che non corrispondevano al primo e su cui c'erano interpretazioni da dare. Credo sia tempo di darle”.

Anche Cisl, Uil e Ugl contro lo sciopero selvaggio
La protesta a Fiumicino è “un movimento frutto della distorsione da parte dei sindacatini che non hanno alcun ancoraggio con la comunità e gli interessi generali e che dopo aver soffiato sul fuoco ora si sono bruciati”. Questo il parere del leader della Cisl Raffaele Bonanni. La segretaria dell'Ugl Renata Polverini concorda: quella dei lavoratori Alitalia negli aeroporti “è una protesta molto violenta che oggi fatica a tornare indietro. Si tratta di un’iniziativa selvaggia che mette in difficoltà lavoratori e clienti. Speriamo che la precettazione sia lo strumento giusto per calmare la protesta”. Il segretario generale della Uil Luigi Angeletti precisa: “Con il passaggio alla Cai i rapporti tra i dipendenti e la nuova Alitalia saranno quelli di un'azienda normale, come tutte le altre, anche se con tutte le complessità tipiche di questo settore. Bisogna che sia chiaro che la maggioranza dei lavoratori questo passaggio l'ha capito perfettamente e sa che le regole del gioco d'ora in poi saranno diverse”. Che prosegue: “Considerare quella di Fiumicino come l'assemblea dei lavoratori di Alitalia non mi pare corretto, sono 300 persone di rispetto a un totale di 23 mila dipendenti. Queste cifre spiegano tutto. Il fatto che i dirigenti delle associazioni professionali si siano contrapposti al blocco è semplice buon senso. Sanno benissimo che non si possono annunciare scioperi senza rispettare le regole”.