La Cgil fa il punto dopo l'ultimo incontro a Palazzo Chigi. Salari, inflazione, sanità pubblica: “Risultati ancora lontani e tutti da conquistare”
Il governo Meloni sfoggia un incauto ottimismo e, forte di qualche segnale economico incoraggiante, conferma l’intera agenda di provvedimenti presi fino a oggi: dagli incentivi alle imprese alla flat tax, dalla rivalutazione delle pensioni al taglio del cuneo contributivo sui salari. L’esecutivo italiano è stato “aiutato”, oggettivamente, dalle ultime previsioni della Commissione europea (che danno il nostro Pil in crescita dell’1,2%, sopra la media europea), e dal record storico di occupati registrato lo scorso marzo.
Confronti inutili?
L’incontro del 26 maggio a Palazzo Chigi con le parti sociali potrebbe sintetizzarsi così: ognuno avanti per la sua strada, ma non perdiamoci di vista. La presidente del Consiglio ha infatti annunciato che, sui temi all’ordine del giorno, i ministeri competenti attiveranno tavoli specifici per un “confronto cadenzato”, mentre sarà istituito un “Osservatorio sul potere di acquisto” per monitorare inflazione, prezzi, salari ed efficacia dei provvedimenti del governo. E ha parlato di “dialogo approfondito con le parti sociali”.
Al di là di una questione di fondo, che riguarda le risorse e i contenuti del Def, lo scetticismo della Cgil su questi incontri resta. Sono “tavoli occasionali, di mero ascolto, privi di carattere negoziale e totalmente improduttivi”, sostengono in corso d’Italia, rivendicando la necessità di “una vera trattativa sui contenuti delle proposte e delle piattaforme sindacali”.
Mobilitazione utile
In casa Cgil è invece netta la convinzione che le manifestazioni di Bologna, Milano e Napoli abbiano indotto il governo a convocare le parti sociali. Quindi la strada della mobilitazione “non può che continuare e allargarsi, a partire dalla manifestazione nazionale indetta il prossimo 24 giugno a Roma su temi fondamentali come il diritto alla salute, la sanità pubblica e la sicurezza sul lavoro”, si legge in una nota interna della confederazione.
L'incontro col governo lascia insoddisfatto Landini: “Poche risposte, la mobilitazione prosegue. Superamento della precarietà, contratti, fisco, salute sono le nostre priorità. Non trattiamo sull'autonomia differenziata”
Emergenza salari e inflazione
La confederazione ha comunque ribadito al governo il “giudizio fortemente critico sulle scelte” fatte, e ha rilanciato una serie di temi prioritari. A cominciare dall’emergenza salariale in rapporto a un’inflazione (+18,3% nel triennio 2022/2024, previsione Def) superiore alla media europea che per la Cgil “va affrontata utilizzando tutte le leve a disposizione: rinnovo dei contratti nazionali, politiche fiscali, controllo e governo dei prezzi”.
Fisco: no pasarán
Sul fisco, dopo aver chiesto la stabilizzazione del taglio del cuneo contributivo e l’introduzione dell’indicizzazione automatica all’inflazione delle detrazioni da lavoro e da pensione, la Cgil insieme a Cisl e Uil ha ribadito le critiche all’impianto della delega fiscale in discussione in Parlamento.
Rinnovare i contratti
La confederazione contesta l’obiettivo programmatico indicato dal Def (la riduzione del cuneo in funzione di moderazione salariale per “evitare la spirale prezzi/salari”) e giudica “indispensabile aumentare sia i salari netti” con la leva fiscale che quelli lordi con i rinnovi contrattuali nel pubblico e nel privato. Quanto a salari e contrattazione, restano sul tavolo le critiche al decreto Primo maggio, l’urgenza di una legge sulla rappresentanza e di un reale contrasto alla precarietà.
Pnrr: il Parlamento deve sapere
“Abbiamo ribadito – informa la Cgil – le nostre posizioni e le nostre richieste su previdenza (a partire dalla condizione di giovani e donne), appalti, salute e sicurezza, emergenza casa”. Mentre, rispetto al Pnrr, “abbiamo espresso la nostra preoccupazione per la situazione di stallo e per la totale mancanza di trasparenza che rischiano di mettere in discussione l’implementazione del Piano e le risorse europee”. Per la Cgil è fondamentale che il governo dica “al Parlamento e al Paese quali progetti rischiano di sforare il 2026, quali progetti saranno rimodulati, su quali obiettivi.”
La rete delle associazioni "Insieme per la Costituzione", riunita in assemblea, lancia due appuntamenti nazionali per il 24 giugno e il 30 settembre
Sanità: situazione esplosiva
Probabilmente l’allarme più alto riguarda “la situazione esplosiva in cui versa la sanità pubblica”, denuncia ancora la Cgil, e la “conseguente spinta alla privatizzazione”. Da qui la critica mossa alla scelta, nel Def, “di programmare un ulteriore definanziamento della spesa corrente”. Per questo, come scrivevamo sopra, è confermatissima la manifestazione del 24 giugno.
Nessuno tocchi la Costituzione
Destano preoccupazione in corso d’Italia anche le riforme istituzionali del governo Meloni: “Abbiamo ribadito la nostra contrarietà al ddl Calderoli e alle norme sui Lep contenute nell’ultima legge di bilancio e sottolineato come, per la Cgil, la Costituzione vada attuata e non stravolta, a partire dalla centralità del Parlamento e dalla forma di governo parlamentare della Repubblica che per noi non sono negoziabili”.
Landini: la mobilitazione prosegue
Su tutti questi temi, conclude la confederazione, “abbiamo registrato una forte sintonia e convergenza con la Uil”. La mobilitazione ora deve proseguire. Ne è convinto il numero uno della Cgil, Maurizio Landini, che ragiona: “Abbiamo di fronte un governo che, al di là di una generica disponibilità, non dà risposte alle istanze del mondo del lavoro e procede con scelte unilaterali e sbagliate”. Per Landini “va bene aprire il confronto, ma questo confronto deve produrre risultati per le persone che rappresentiamo. E da quello che abbiamo ascoltato oggi (il 26 maggio, ndr), i risultati che servono sono ancora molto lontani e tutti da conquistare”.