I sindacati tornano nella “casa” del governo. Dopo un maggio di lotta. L’ultima volta che si erano visti - Giorgia Meloni e i suoi ministri da un lato, i numeri uno di Cgil, Cisl e Uil dall’altro - era stato lo scorso 30 aprile. Fu convocazione strategica e anche un po’ irritante. A poche ore dal Primo maggio. Il governo annunciò il decreto lavoro che avrebbe poi varato nel Cdm del giorno dopo, e provò a disinnescare l'incipiente mobilitazione sindacale contro le politiche economiche, ma anche a mettere nell’ombra le confederazioni alla vigilia della festa dei lavoratori. Nulla di troppo commendevole, insomma.

Oggi, ore 15.45, nuovo round a Palazzo Chigi. Ma intanto ci sono state le manifestazioni Cgil-Cisl-Uil di Bologna, Milano, Napoli. Molto partecipate. Le piazze piene. Non è stato un mese fermo. Tutt’altro. 

Di cosa parleranno la presidente del Consiglio e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil (più l’Ugl)? All’ordine del giorno (ha reso noto il governo) i seguenti temi: “Riforme istituzionali; delega fiscale; inflazione; sicurezza sul lavoro; pensioni; produttività. Agli incontri seguirà l’avvio o la prosecuzione dei tavoli specifici con i ministeri a vario titolo interessati”. 

Alle 17.45 l’incontro con i rappresentanti di Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Alleanza Cooperative, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Confprofessioni, Abi e Ance.

“Andremo e ascolteremo – ha precisato Maurizio Landini in una recente intervista a Repubblica - dopo l'ultimo incontro propagandistico sul decreto Primo Maggio. Abbiamo letto i temi scritti nella convocazione. Vediamo che si torna a parlare di pensioni. C'è anche l'inflazione e la produttività, ma sono titoli: cosa significano? In questi cinque mesi il governo è andato avanti su tutto senza mai discutere con nessuno: delega fiscale con la flat tax, decreto lavoro con la liberalizzazione dei contratti a termine e l'estensione dei voucher, i dodici condoni della legge di bilancio. Con Cisl e Uil confermeremo le nostre proposte della piattaforma unitaria. E faremo notare quel che manca: sanità, rinnovo dei contratti, precarietà, subappalti, Pnrr. E che si continua a morire sul lavoro”.

Sullo sfondo la sagoma dello sciopero generale, anche se Landini ha precisato più volte che “gli scioperi non si minacciano, si proclamano al momento giusto”. E bisogna anche capire cosa vogliono fare Cisl e Uil. Però la settimana scorsa, intervenendo al congresso berlinese del sindacato europeo, Landini ha mantenuto su un grado medio-alto la temperatura della mobilitazione, proponendola “a tutto il mondo del lavoro europeo”. 

Siamo di fronte “a una crisi di sistema e la risposta non può essere il ritorno alle politiche di austerità”, ha spiegato Landini, e per questo “oggi è necessario far sentire con ancora più forza la nostra voce. Sono in corso molte mobilitazioni. Insieme a Cisl e Uil veniamo da un mese di manifestazioni. E così in Francia, in Belgio, nel Regno Unito. E ci sono Paesi, come la Germania e la Spagna, dove il sindacato ha ottenuto dei risultati importanti. Bisogna continuare”. 

La Ces ha accolto la proposta della Cgil. Al centro della mobilitazione, che culminerà in una grande manifestazione in autunno, “il contrasto al ritorno dell'austerità; il lavoro sicuro e dignitoso, e quindi la lotta alla precarietà; l'aumento dei salari e delle pensioni, un fisco equo che redistribuisca i profitti; la difesa dei servizi per garantire in primis i diritti alla salute e all'istruzione pubblica”, ha spiegato sempre Landini.

Ma si punta a costruire un calendario di mobilitazioni nazionali da subito, a partire da giugno. Meloni è avvertita.