La Cgil celebra anche quest’anno la giornata di contrasto all’omolesbobitransfobia, in un contesto profondamente mutato rispetto agli ultimi anni: caratterizzato dagli attacchi sferrati quotidianamente contro le persone trans e i figli e le figlie delle famiglie omogenitoriali da parte dell’esecutivo di destra. Attacchi non casuali, che colpiscono i pezzi più esposti della comunità LGBTQIA+ nell’intento di mandare un segnale repressive alla comunità nel suo complesso.

È dunque necessario moltiplicare le linee d’intervento del sindacato sia nel mondo del lavoro, attraverso la contrattazione e la tutela individuale, che nella società, riaffermando con forza le rivendicazioni che vadano nel senso dell’inclusione e dell’accoglienza per tutte e tutti, a prescindere dalle caratteristiche personali.

Vanno nella giusta direzione le pronunce della Corte Costituzionale che mettono al centro la tutela del superiore interesse del minore alla vita familiare, a prescindere dalle modalità procreativa attraverso le quali è nato: così anche i richiami dell’Unione europea e l’iniziativa dei sindaci e delle sindache a favore delle trascrizioni alla nascita e del matrimonio egualitario.

Così come serve una nuova legge che garantisca l’autodeterminazione delle persone transgender e superi le norme del 1982, ormai contrastanti con gli orientamenti dell’Oms che chiedono depatologizzazione e depsichiatrizzazione. Nel frattempo, deve continuare il percorso delle carriere alias nelle scuole e la contrattazione nello stesso senso nei posti di lavoro, conformemente a quanto fatto dalla nostra organizzazione, alla quale è oggi possibile iscriversi con il nome e il genere di elezione.

La fantomatica e sempre ventilata “ideologia gender” rivela solo l’omolesbobitransfobia di chi ne parla: basta con le parole che – come in una lapidazione - colpiscono violentemente sensibilità e storie reali, è ora di affermare che la vita delle persone non è un’ideologia.

 Sandro Gallittu è responsabile dell'ufficio Nuovi diritti della Cgil nazionale