Puntata n. 18 - A un anno dall’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo sembra sempre più alto il rischio di una escalation militare. Associazioni, società civile e sindacati in Italia tornano a chiedere di fermare il conflitto e dar voce al negoziato

 

Give Peace a Chance

A un anno dall’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo sembra sempre più alto il rischio di una escalation militare che possa portare all’uso di testate nucleari. Associazioni, società civile e sindacati in Italia tornano a chiedere di fermare il conflitto e dar voce al negoziato. “Noi pacifisti? – ha detto in un’intervista Maurizio Landini, segretario generale della Cgil –. No, solo realisti. Il no alle armi è la via per la giustizia sociale”. Il sassolino del direttore di Collettiva, Stefano Milani.

Siamo a un anno ma sembrano cento. L’assuefazione alla sofferenza, uno dei mali del nostro tempo, confonde i piani e sbiadisce l’obiettivo. E tutto resta pericolosamente sospeso. Immobile, rarefatto. Incomprensibilmente contorto. Aggressori e aggrediti. Vittime e carnefici. Invasori e invasati. Fiumi di sangue e d’inchiostro. Abominevoli ossimori giustificano orrori senza senso e senza sosta. Nel più assordante silenzio generale. Tutti si fanno belli(ci) con la parola pace. Ma la pace non è una bandiera controvento. Non è un aforisma sdolcinato, un’utopia irraggiungibile e nemmeno l’equidistanza prezzolata di chi la usa come un’arma. La pace è convinzione, coraggio, volontà. È condanna ma anche abbraccio. Resistenza e inclusione. Compromesso e compassione. Perché la vittoria non è mai pacifista. Pacifista è un pareggio al 94esimo che centra la salvezza.

Ho un rigurgito antifascista

Settimana di pestaggi in Italia. Al liceo classico Michelangiolo di Firenze sabato 18 febbraio due studenti sono stati aggrediti a calci e pugni, anche in testa, da sei militanti di Azione Studentesca, falange giovanile del partito di governo fratelli d’Italia. Tutto è iniziato con un volantinaggio: al primo scambio di battute con il Collettivo di sinistra è partita l’azione squadrista. La città ha risposto con un corteo antifascista che ha coinvolto migliaia di studenti e cittadini. Se ne parlava ancora sui media, quando è stata resa nota la notizia che il 15 febbraio a Bracciano, alle porte di Roma, una donna di 39 anni sorpresa da militanti di Casapound a strappare un manifesto abusivo con simboli fascisti, nello specifico una croce celtica, è stata gettata a terra da 5 persone appartenenti al movimento di estrema destra e picchiata selvaggiamente in pieno giorno. Facciamo nostro l’appello di una dirigente scolastica del liceo scientifico Da Vinci di Firenze, Annalisa Savino, che ha pubblicato una lettera indirizzata agli studenti, alle loro famiglie e al personale scolastico, in cui parla dell’ascesa del fascismo e cita Antonio Gramsci. “Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti”.  

Superbonus, il governo cambi rotta

L’appello arriva dalla Fillea Cgil, la federazione che rappresenta i lavoratori dell’edilizia. “Il decreto che abolisce la cessione del credito mette a rischio 100 mila posti di lavoro e 25 mila imprese, colpendo allo stesso tempo l’ambiente e la messa in sicurezza degli edifici. Un vero e proprio attacco al settore e al lavoro. Sapete che cosa sta succedendo in queste ore, in questi minuti? Le aziende che avevano affittato ponteggi e ordinato materiali, gli amministratori di condominio che avevano chiesto preventivi, stanno revocando tutto. Il quadro generale è troppo incerto”. Il sindacato è pronto allo sciopero.

L’invasione dei migranti? Una leggenda

Siamo in perenne emergenza? È quello che vogliono farci credere, ma gli arrivi, regolari e irregolari, sono ormai la normalità. Verità e bugie sul fenomeno migratorio, sui centri e i territori che ospitano gli stranieri, sui posti a disposizione sono contenuti nel report 2022 di Openpolis e ActionAid Italia “Il vuoto dell’accoglienza”, appena pubblicato e realizzato a partire dagli ultimi dati forniti dal ministero dell’Interno (relativi al 2021) e resi disponibili in formato aperto a tutti sul web. Un lavoro di analisi e trasparenza che rivela una serie di fatti reali. Innanzitutto, che i posti liberi nei centri di accoglienza al 31 dicembre 2021 erano 20.235, il 20 per cento del totale. Che la Sicilia non è il “campo profughi d’Europa”, come è stata definita dal governo Meloni, considerato che qui i posti lasciati liberi a livello regionale erano il 30,5 per cento. Che i richiedenti asilo e rifugiati ospitati rappresentavano lo 0,13 per cento della popolazione italiana, quindi una quota davvero minima.  

Regno Unito, diritto di sciopero (e sindacati) sotto attacco

Le nuove regole che – se passasse la legge in discussione – limiterebbero fortemente il diritto di sciopero nei servizi pubblici, “allontanerebbero ancora di più il Regno Unito dalle norme che in materia i paesi europei si sono dati ". È dura la presa di posizione dei segretari generali di nove grandi sindacati europei di Italia, Francia, Spagna e Germania (tra cui ovviamente anche Maurizio Landini per la Cgil) contro il provvedimento in discussione a Londra sul diritto di sciopero. “Nelle democrazie europee avanzate il diritto di sciopero – si legge in una nota delle organizzazioni sindacali – è protetto dalle Costituzioni e dalle norme vigenti” e il Regno Unito, “che attualmente ha le più draconiane leggi anti-sindacali” in Europa è già molto distante da questi standard e ancora maggiori restrizioni “rischiano di violare le leggi internazionali e di offuscare ulteriormente la sua reputazione”. Per approfondire collettiva.it.

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