Il 19 settembre del 1976 a Napoli, al comizio conclusivo di Enrico Berlinguer alla Festa nazionale de l’Unità, c'è un milione di persone. Una folla sterminata, oceanica, scriveranno i giornali. È la più grande manifestazione politica nel capoluogo campano dal dopoguerra. Mai un comizio aveva richiamato tanta gente.

Appena un anno prima, nel 1975, il Pci di Maurizio Valenzi aveva conquistato il Comune. “Ricordo più di tutto il silenzio assoluto, un silenzio quasi irreale. Le bandiere sventolavano piano, o erano abbassate, nessuno faceva un fiato”, dirà uno dei fotografi che avevano immortalato  la scena.

“Ci sentivamo a casa - ricorderà anni dopo una dei tanti, tantissimi presenti -  eravamo sereni e pieni di speranza”.

“In tutti, in tutti noi - aggiunge qualcun altro - c’era un obbiettivo, una speranza, un orizzonte: volevamo cambiare il mondo. Le cose poi sono andate diversamente rispetto alle nostre aspirazioni, ma abbiamo comunque scritto una bella pagina di Storia democratica e civile di questo Paese. Ne vado ancora orgoglioso, pagando l’inevitabile prezzo della malinconia”.

“La passione che ci guidava era la speranza che il mondo fosse ad un bivio e la convinzione che noi eravamo dalla parte giusta. Il Pci di Enrico Berlinguer e la sua tormentata ricerca di una società più giusta e solidale era la nostra guida. Come si diceva da bambini.... eravamo stanchi ma felici! Ed era vero”.

“Non era un comizio da campagna elettorale; era una celebrazione di una grande avanzata delle Sinistre. Una vittoria che spianava la strada  a un cambiamento ormai dietro l’angolo, dopo la svolta a sinistra”.

Pochi mesi prima, domenica 20 e lunedì 21 giugno, si erano in effetti tenute le elezioni politiche per il rinnovo dei due rami del Parlamento italiano, le prime elezioni politiche con il voto ai diciottenni.

A conclusione di una giornata impegnativa, nella notte del 21 un emozionato Enrico Berlinguer si affacciava al balcone delle Botteghe oscure affermando: “Compagne e compagni penso che voi conosciate già le indicazioni che sono venute dai primi risultati. In termini strettamente numerici, noi passiamo dal rappresentare, nel 1972, poco più di un quarto dell’elettorato a rappresentare stabilmente, con radici profonde, un terzo dell’elettorato. Un italiano su tre vota comunista!”.

Effettivamente il Pci ha raggiunto il 34,4% delle preferenze (+5 punti rispetto a quattro anni prima), ottenendo 228 seggi alla Camera a conclusione di una campagna elettorale tesa e difficile, caratterizzata da toni di grande preoccupazione.

Oltre che nelle tradizionali regioni rosse (Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Marche), i comunisti riportano vittorie nel Lazio, in Campania, Liguria e in Valle d’Aosta.

Il 5 luglio s’insedia la VII legislatura: per la prima volta nella storia della Repubblica un comunista - Pietro Ingrao - è eletto alla Presidenza della Camera dei deputati. 

Molti anni dopo Ingrao pubblicherà un testo cui affiderà le sue riflessioni sui grandi temi del nostro tempo dal titolo Volevo la luna. Un testo da rileggere. Con la consapevolezza che, in fondo, la luna la vogliamo ancora.