Un'estate così difficile per gli anziani e le anziane dell'Umbria non si registrava da molto tempo. I contagi sono tornati a livelli da allarme rosso e l'Umbria detiene ancora una volta il record di posti letto occupati da pazienti Covid (il 22,1%, dato più alto d'Italia). “In tutto questo è chiaro che le persone anziane sono sempre quelle più a rischio - affermano i segretari di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil dell'Umbria, Maria Rita Paggio, Luigi Fabiani e Francesco Ciurnella -. E lo sono soprattutto perché a fronte dell'esplosione di una nuova fase della pandemia, il sistema sanitario regionale è prossimo al collasso.

Si cancellano le Usca e la proroga dei contratti Covid, conquistata grazie alla determinazione dei sindacati della sanità, non basta a garantire la copertura dei servizi attraverso le nuove Uca, anche perché continua l'esodo di tanti professionisti verso altre regioni, con contratti di lavoro stabili e meglio retribuiti. Al contempo – aggiungono Paggio, Fabiani e Ciurnella - i medici di medicina generale continuano ad andare in pensione senza essere sostituiti, creando vere e proprie voragini territoriali nell'assistenza, specie per le persone anziane con patologie croniche e soprattutto nelle aree interne (la Valnerina, dove spariscono le guardie mediche, è un esempio lampante)”.

Secondo i sindacati, tra liste d’attesa infinite e pronto soccorso sempre più ingolfati, di fatto, “ormai per molti anziani umbri accedere ai servizi sanitari pubblici è quasi impossibile”. Resta la sanità privata “ma solo per chi se la può permettere”. Accanto all'emergenza sanitaria c'è poi quella sociale, che deriva soprattutto dall'isolamento delle persone anziane. “In questi giorni, con queste temperature abnormi – continuano i segretari di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil – è difficile per i più trovare momenti di socializzazione. E l'isolamento, come sappiamo, è una malattia pericolosa”. Per questo, secondo i sindacati, sarebbe necessario un intervento di inclusione sociale e di presa in carico delle persone anziane socialmente più fragili da parte delle istituzioni pubbliche. Presa in carico che diventa fondamentale per i non autosufficienti, la cui condizione è sempre più grave.

“Il Prina (piano regionale integrato non autosufficienza) per il biennio 2022-2024 non è stato ancora presentato e siamo lontanissimi dagli obiettivi europei di presa in carico”. Ad aggravare il tutto, come se non bastasse, arrivano i tagli al trasporto pubblico locale. “Anche qui è chiaro che saranno le persone anziane a essere maggiormente penalizzate – insistono i segretari di Spi, Fnp e Uilp – persone che spesso non hanno alternative al mezzo pubblico. Sono loro che, con quasi un milione di chilometri di corse tagliate, saranno sempre più condannati all'isolamento. Tutto questo è intollerabile – concludono i sindacati dei pensionati dell'Umbria – le persone anziane non possono essere vittime dell'incapacità della politica e delle istituzioni di dare adeguate risposte. Risposte che, secondo i sindacati dei pensionati, sono possibili e che Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil hanno indicato nella loro piattaforma regionale, presentata lo scorso mese di giugno. “Ma siamo ancora in attesa di una convocazione da parte della Regione e dell'Anci. Forse – concludono Paggio, Fabiani e Ciurnella – la condizione delle persone anziane in Umbria non è per loro una priorità. Se così fosse siamo pronti a intraprendere tutte le iniziative necessarie”.