Favorire l’integrazione e l’inclusione dei profughi ucraini sul nostro territorio, creando una rete di “accoglienza che include”. Questo lo spirito con cui l’Auser dell’Umbria, in collaborazione con il Comune di Castiglione del Lago (Perugia), con le scuole, l’Avis territoriale e altri soggetti del terzo settore, ha rimodulato il suo progetto di resilienza intergenerazionale (già attivo da mesi nel contrasto degli effetti della pandemia) per rivolgerlo anche alle 36 persone (di cui 16 bambini) fuggite dall’Ucraina e accolte nel comune lacustre grazie all’ospitalità della Caritas.

Leggi anche

Italia

Storia di (stra)ordinaria solidarietà

Nel Trentino Occidentale Sasha, in fuga dalla guerra con moglie e tre figli piccoli, viene aiutato e supportato dal locale comitato emergenza Ucraina che fornisce alloggio, cibo, indumenti. L'efficiente macchina dell’accoglienza si inceppa per le lungaggini burocratiche: accesso agli uffici della questura, rilascio del codice fiscale e del permesso di soggiorno
Storia di (stra)ordinaria solidarietà
Storia di (stra)ordinaria solidarietà

“In questo momento così drammatico – spiega il presidente Auser Umbria Manlio Mariotti - chiunque sia impegnato nel volontariato può fare due cose: chiedere con ogni mezzo che la guerra finisca subito e che tacciano le armi; mettere in atto concretamente ogni forma di aiuto possibile per chi dalla guerra fugge”

Il progetto consiste in un percorso di supporto psico-sociale che partirà dalla metà di aprile presso la sede dell’Avis di Castiglione del Lago e sarà portato avanti da tre psicologi professionisti, con il supporto di una mediatrice linguistica (una donna ucraina da tempo residente sul territorio) e la collaborazione delle volontarie e dei volontari di Auser attivi nel locale centro socio-culturale “L’Incontro”.

L’amministrazione comunale di Castiglione del Lago, per bocca dell’assessora Elisa Bruni, ha voluto ringraziare l'Auser per le opportunità offerte con il progetto di resilienza intergenerazionale, rimarcando l’importanza della costruzione di una “rete” fatte di tante realtà istituzionali e sociali che si sono messe insieme per costruire una “comunità educante”.

Centrale naturalmente il ruolo della scuola, come ha rimarcato anche la dirigente scolastica Eleonora Tesei: “Grazie a progetti come questi - ha detto - la scuola, che ha attraversato e sta attraversando un periodo difficilissimo, si sente meno sola. Affronteremo quindi come comunità questa nuova sfida di una 'didattica del ritorno’ pensata per le bambine e i bambini ucraini che hanno cominciato a frequentare le nostre scuole”.

Leggi anche

Pane pace solidarietà

Protezione, ma non per tutti

Il Dpcm appena varato a seguito delle decisioni dell'Ue lega questa misura alla nazionalità. Massafra, Cgil: “È la posizione dei paesi dì Visegrad, da sempre impegnati a limitare i diritti dì protezione per i cittadini extra Ue”
Protezione, ma non per tutti
Protezione, ma non per tutti