Il fascismo è nato proprio con atti del genere ed è andato al potere perché non si ebbe la capacità di capire e contrastare il pericolo. Noi oggi sappiamo che così può prospettarsi l’attacco alla democrazia e dobbiamo essere pronti a prevenire e impedire che si creino la condizioni per ulteriori atti che sappiamo già dove potrebbero condurre il Paese.

La libertà sindacale è prevista dalla Costituzione e deve essere sempre garantita. Gli attacchi devono essere non solo respinti, ma prevenuti. Nel caso di specie, non era difficile prevedere dove si dirigesse quella massa di scalmanati; ciò sarebbe bastato per predisporre un cordone di sicurezza, che invece non c’è stato. I fatti di Roma sono molto gravi per due motivi: prima di tutto perché è chiaro che un attacco al sindacato è un attacco contro tutto il sistema costituzionale; in secondo luogo, perché si poteva e doveva prevenire e impedire che si verificasse.

Due sono dunque i problemi da valutare con estrema attenzione: prima di tutto il fatto in sé, che rievoca precedenti di cui conosciamo il tragico seguito; in secondo luogo il fatto che gli organismi competenti non sembrano avere compreso e avvertito il pericolo che il malessere e il disagio sociale si trasformino in attentati alla democrazia e alla convivenza civile.

In ogni caso, questo atto gravissimo dovrebbe aprire gli occhi e richiamare l’attenzione dei cittadini, ma soprattutto degli organismi competenti delegati a garantire la liberà di tutti e il rispetto della Costituzione. La pandemia ha creato condizioni di difficoltà economica e sociale. Bisogna impegnarsi tutti ad uscire da una situazione difficile e pericolosa e agli organi di governo tocca assicurare che il malessere non si trasformi in atti contrari alla libera convivenza civile ed al sistema di garanzie offerto dalla Costituzione. Ma anche i cittadini e le organizzazioni civili, politiche e sociali devono fare la loro parte, con la partecipazione effettiva alla vita democratica e la giusta pressione sugli organismi competenti, dal Governo alle Forze di polizia, perché facciano il loro dovere fino in fondo, prevenendo ogni atto contrario alle libertà previste dalla Costituzione, a partire da quelle che presuppongono un esercizio collettivo.

Occorre, dunque, non solo assicurare il benessere dei cittadini, ma anche garantire che situazioni di difficoltà economica e sociale non sfocino in atti di violenza ed assicurare nel modo più assolto il libero esercizio delle attività associative previste dalla Costituzione.

Insomma, dopo le esperienze degli anni venti, dobbiamo esse pronti tutti, a partire dal Governo e dalle forze dell’ordine, a difendere il libero esercizio delle attività associative, senza se e senza ma, con la fermezza necessaria. Fatti come l’assalto alla Cgil non debbono, né possono ripetersi, perché ogni attentato alle libertà garantite dalla Costituzione ci riguarda direttamente, come cittadini che credono nella democrazia e aborriscono ogni atto di violenza.

In questo senso, siamo tutti solidali con la Cgil, ma chiediamo agli organi competenti di garantire che fatti come quello accaduto a Roma non possano ripetersi mai più.