Come ampiamente previsto in prima fila ci sono loro, quelli di Altaforte, la casa editrice di riferimento di Casapound, già esclusa dal Salone del libro di Torino, ma accolta invece a braccia aperte a Todi. Qui il festival se lo sono fatti loro, su misura, usando un'associazione totalmente sconosciuta, "Castelli di carta",  come paravento. Un trucchetto goffo, subito fallito per aver indicato come numero di telefono nel sito della kermesse proprio quello della casa editrice sovranista. 

Eppure le istituzioni locali, Comune di Todi e Assemblea regionale dell’Umbria, non hanno battuto ciglio. Il patrocinio prontamente concesso è stato confermato e sono arrivati addirittura i soldi, svariate migliaia di euro, danari pubblici elargiti agli organizzatori, e quindi - viene da pensare - ad Altaforte. 

Ieri, giorno di apertura della kermesse che fino a domenica accoglierà “le penne più autorevoli della destra sovranista”, Todi ha ospitato anche un’altra manifestazione: circa 40, tra associazioni e sindacati, pur nel rispetto delle normative anti covid-19, si sono date appuntamento sulle bellissime scalinate del tempio di San Fortunato. Noi siamo andati a vedere cosa è successo.