I contratti nazionali, la crisi della pandemia, i soldi del Recovery Fund e la grande questione del lavoro. È stato un confronto a tutto campo quello tra il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. L'evento, moderato da Lucia Annunziata, si è svolto al Teatro Brancaccio di Roma nella seconda giornata di “Futura 2020. Lavoro, ambiente innovazione”.

Il primo, inevitabile tema è l'Italia al tempo del Covid, tra le difficoltà del presente e la ricetta per ripartire. Apre Bonomi: “Oggi più che mai dobbiamo sederci intorno a un tavolo per fare un patto per il Paese. A prescindere dalle differenze, le decisioni che prendiamo influiranno nei prossimi trent'anni. Noi come parti sociali abbiamo una grande responsabilità”. Così Landini: “È il momento di investire sul lavoro, che in questi anni non è stato valorizzato: serve il rinnovo di tutti i contratti nazionali nel pubblico e nel privato, ecco l'investimento principale”.

Proprio i contratti nazionali sono un terreno di confronto. “Non è vero che non vogliamo i rinnovi – dice Bonomi -, di 5,5 milioni di lavoratori circa 1,6 milioni hanno rinnovato, la vacanza contrattuale media è inferiore a dodici mesi. Dobbiamo fare meglio, ma l'impegno c'è. Nei contratti chiedo il rispetto delle regole, ovvero l'applicazione del Patto dell fabbrica”.

Maurizio Landini ribadisce le richieste del sindacato: “I contratti firmati – telecomunicazioni, legno, gomma-plastica - sono segnali positivi. Ce ne sono però tanti altri che non vengono risolti: i lavoratori dei multiservizi sono da sette anni senza contratto, così molti metalmeccanici e tessili. Tra pubblico e privato abbiamo oltre 12 milioni di lavoratori che aspettano il rinnovo, questo non va bene. Vanno affrontati tanti aspetti come smart working, formazione, necessità di investire”.

Il salario resta però la questione centrale. La Cgil ha chiesto al governo “di tassare meno in questa fase gli aumenti contrattuali, in via transitoria, per portare di più nelle tasche dei lavoratori”. Per Bonomi “non è la strada giusta, la decontribuzione si deve applicare al welfare aziendale. I soldi in tasca non è detto che si trasformino i consumi, anzi aumentano i risparmi”. La crescita del risparmio privato “avviene perché le persone hanno paura – replica Landini -, non vedono una prospettiva e sta a noi corpi intermedi cercare di costruirla”.

Sulle buste paga il leader della Cgil non è d'accordo con la visione degli industriali: “Va bene il welfare integrativo, ma non si può pensare che sostituisca i salari: oggi c'è un'esigenza salariale nel Paese, abbiamo gli orari più alti e gli stipendi più bassi. Non dare aumenti ai lavoratori è impensabile. Infatti nel contratto delle telecomunicazioni appena firmato c'è l'aumento medio di 100 euro. È essenziale anche perché i contratti nazionali danno risposte alle piccole e medie imprese, che sono il tessuto del Paese”. “Non propongo uno scambio tra salario e welfare – è la risposta di Bonomi -, ma tra salario e produttività: su questa siamo fermi da venticinque anni. C'è troppa contrattazione centralizzata e poca di secondo livello”.

In Italia stiamo vivendo una precarietà senza precedenti, prosegue Landini, frutto di leggi sbagliate: “Leggi che hanno favorito l'appalto e il subappalto, colpendo chi lavora e facendo concorrenza sleale tra imprese. Lo diciamo apertamente: bisogna cambiare queste leggi. Serve un nuovo Statuto dei lavoratori. Poi occorre una legge sulla rappresentanza per combattere i contratti pirata: un contratto è valido quando lo firmano le organizzazioni più rappresentative”.

Quindi l'uso dei fondi europei. Landini e Bonomi sono d'accordo che è una grande occasione e ribadiscono le idee diverse. Per Landini “i finanziamenti a pioggia alle imprese non hanno funzionato, i fondi non vanno spesi in questo modo, siamo contrari”. Secondo Bonomi “la vera opportunità è fare le riforme di cui il Paese ha bisogno, come la pubblica amministrazione che non funziona. Il governo ha detto che avrebbe istituito una cabina di regia sul Recovery Fund nella legge di bilancio, ma nella bozza non c'è traccia”.

Nella tragedia epocale del Covid è fondamentale non lasciare sole le persone, dice il segretario generale della Cgil, e insieme bisogna cambiare sistema: “I fondi devono essere legati a progetti con clausole, non possiamo disperdere risorse. Individuiamo punti precisi su cui investire: sanità, scuola, Sud, nuovo modello energetico, riforma degli ammortizzatori, formazione permanente. Poi la riforma fiscale: il 94% dell'Irpef lo pagano lavoratori e pensionati, affrontiamo il problema”.

Le ultime battute sono per il governo: per Bonomi “nella seconda ondata si è fatto trovare impreparato”. Secondo Landini “ora ha l'occasione irripetibile dei fondi europei: vanno usati nel modo giusto”. Ovvero a sostegno dei lavoratori italiani, perché proprio dal lavoro occorre ripartire.

Con la collaborazione tecnica di Mauro Desanctis