"L'emergenza Covid ha messo in ginocchio, ancora una volta, il Mezzogiorno, L'economia, il tessuto sociale, e il mondo produttivo ne hanno risentito fortemente. L'occasione che arriva dall'Europa, attraverso il Recovery fund e l'accelerazione sul Sure, può rappresentare l'ultimo treno utile per salvare questa parte d'Italia". Così il segretario generale Cgil Campania, Nicola Ricci, che ha espresso le perplessità del sindacato sull'utilizzo dei fondi messi a disposizione dall'Unione ai singoli Stati per affrontare l'emergenza Coronavirus.  

"L'utilizzo del Recovery fund  non deve diventare un terreno di sovrapposizioni istituzionali fra Governo e Regioni. E' un tema delicato, che rischia di produrre scelte e disorientamenti  che si ripercuoteranno negativamente su cittadini e lavoratori. la nostra posizione su questo è molto chiara: serve uno Stato programmatore che affianchi le Regioni, indicando strategie e obiettivi. Serve uno Stato promotore di politiche di sviluppo, rafforzando esperienze come è già avvenuto attraverso la Cassa depositi e prestiti. Bisogna puntare a un'Agenzia per lo sviluppo, proposta lanciata dalla Cgil, che può rappresentare il vero cambio di passo. La politica deve fare il suo mestiere e indirizzare al meglio i fondi che sono stati assegnati al nostro Paese, destinando le giuste risorse al Mezzogiorno", ha osservato ancora il dirigente sindacale. 

"Il Piano per il Sud, che, come sindacati, avevamo accolto come un segnale di controtendenza nel processo di ripresa, individua nell'utilizzo del 34%  delle risorse quanto destinare al Sud. Se si dà attuazione a questa scelta, quasi settanta miliardi del totale del Recovery fund finirebbero al Mezzogiorno. Poche settimane fa, abbiamo chiesto al ministro per il Sud Provenzano  se il piano per il Sud è ancora valido e come il Governo intende muoversi nel confronto con le parti sociali", ha concluso l'esponente Cgil.