Un futuro senza occupazione non può chiamarsi futuro. Eppure è questo il destino di 200 ragazzi e ragazze che lavorano in somministrazione per i servizi del Comune di Torino e ai quali il contratto non verrà rinnovato. Ieri, per far sentire la loro voce, questi precari hanno dato vita a un'assemblea sindacale, organizzata da Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil, davanti al municipio, per richiedere il riconoscimento delle professionalità e la continuità occupazionale. I giovani, negli anni, hanno contribuito col proprio lavoro a portare avanti con responsabilità il servizio pubblico della città.

Luca, assistente sociale che lavora con i minori, un ambito molto delicato, dice: "il mio ruolo è molto delicato e si fonda sul rapporto di fiducia che riusciamo a stabilire negli anni con l'utente. Per questo il turn over operato dal Comune di Torino negli ultimi anni, ha incrinato questo rapporto di fiducia, creando criticità proprio a una parte della popolazione di questo territorio che è tra le più fragili". "La continuità in questo lavoro è essenziale - gli fa eco Flavia, anche lei assistente sociale - molto spesso le famiglie palesano la loro sfiducia nel sistema dicendomi che sono la quarta o la quinta assistente sociale che vedono. E invece è importante che la famiglia con cui intraprendi un percorso di assistenza ti conosca bene e si possa fidare di te". Queste alcune delle testimonianze dei precari in lotta. Le potete ascoltare nel video qui sotto a cura della Cgil di Torino.

Per i sindacati "la precarietà non si supera con il turn over di chi lavora; la continuità occupazionale vuol dire riconoscimento delle professionalità e favorire la qualità del servizio pubblico a cui tutte e tutti abbiamo diritto; nei mesi di emergenza sanitaria Covid-19 sono emersi bisogni e fragilità delle fasce più deboli della popolazione per le quali la continuità dei servizi e del rapporto con operatori e operatrici devono essere garantiti in misura adeguata". Un messaggio ribadito anche nella piazza di ieri.