“Pur nel giusto tentativo di valorizzare le tante eccellenze e opportunità del sistema produttivo napoletano, dalla relazione del presidente Vito Grassi all'assemblea pubblica dell'Unione Industriali di Napoli, emerge la dura realtà di un Mezzogiorno che nella crisi ha pagato un prezzo enorme e che nella fase attuale vede allargate le distanze con altri territori e le diseguaglianze sociali ed economiche”. Così il segretario generale della Cgil Napoli, Walter Schiavella.

“Di fronte a ciò – secondo il dirigente sindacale –, è evidente la necessità di un cambio di passo che rilanci gli investimenti, sostenga l’innovazione, valorizzi le potenzialità offerte dai processi di riqualificazione urbana, in zone come Napoli Est e Bagnoli, colga le opportunità offerte dalla posizione di Napoli in un Mediterraneo che riacquista la sua centralità. Affinché questo accada, è necessario si sviluppi una visione progettuale capace di andare oltre il contingente, coinvolgendo istituzioni locali e rappresentanze sociali”.

“In tale quadro – precisa il sindacalista –, il richiamo del presidente Grassi a una visione unitaria e coesa della Città metropolitana è certamente condivisibile: esso, infatti, è pienamente coerente con quel patto per lo sviluppo dell’Area metropolitana, che le parti sociali hanno sottoscritto un anno orsono. Ma il problema che ci preoccupa è l’assenza di un'analoga adeguata consapevolezza delle istituzioni, nell'assunzione della priorità dello sviluppo di Napoli e con essa del Mezzogiorno, in una qualsiasi credibile strategia di crescita del Paese. Ancor di più preoccupano gli effetti che ciò sta producendo sull'apparato produttivo del Mezzogiorno e, in particolare, di Napoli”.

“La vicenda Whirlpool – aggiunge il leader Cgil – è, in questo, assolutamente emblematica degli effetti non governati e combinati di due fattori: comportamenti eticamente inaccettabili di multinazionali e imprese che puntano solo ad ottimizzare profitti a scapito della quantità e qualità del lavoro, scaricando sulla collettività i costi sociali delle loro scelte; assenza di politiche industriali, capaci di sostenere autonomamente progetti di rilancio produttivo del Sud. Per questo, la vertenza Whirlpool non solo diventa emblematica di tale situazione, ma, se non risolta positivamente, rischia di minare fortemente la credibilità di istituzioni e imprese, e con esse la speranza di costruire un progetto concreto e condiviso di rilancio del Mezzogiorno”.