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“Oggi in Israele la società è profondamente polarizzata e attraversata da una crescente violenza. Gruppi fascisti attaccano attivisti e famiglie di sinistra, spesso con la complicità della polizia”. Nella Camera del Lavoro di Milano, questa mattina, 8 settembre, la Cgil ha incontrato Ofer Cassif, parlamentare israeliano del Partito Comunista che è stato sospeso dal Parlamento poche ore dopo l’attentato del 7 ottobre 2023 per le sue posizioni sul governo.
“Io stesso, insieme al presidente della nostra lista, sono stato aggredito e quasi ucciso due mesi fa. Nessuno è stato arrestato. La situazione ricorda, per certi versi, il clima in Italia ai tempi dell’omicidio Matteotti: gli aggressori restano impuniti, le vittime vengono criminalizzate”. In queste ore drammatiche – è di questa mattina l’attentato su un bus a Gerusalemme che ha fatto almeno sei vittime –, mentre continua il massacro dei civili nella Striscia di Gaza ad opera dell’esercito israeliano e si attende con il fiato sospeso che la Global Sumud Flotilla arrivi sulla costa, Cassif cerca di raccontare quello che sta succedendo sul territorio, le profonde divisioni, gli strappi nel tessuto sociale, il pericolo che corrono i dissidenti, la violenza in Cisgiordania. Un’iniziativa, quella della Cgil di Milano, organizzata per aiutare a capire e a riflettere, in uno scenario che non è mai stato tanto complicato.
“Accogliere a Milano, in Italia una voce come quella di Ofer Cassif, rappresenta un segnale importante – ha spiegato Luca Stanzione –. Le circostanze di questi mesi ci impongono tuttavia una riflessione amara: il suo arrivo può alimentare la speranza di dialogo e di pace, ma purtroppo resta, al momento, solo una speranza”.
Cassif: “È ormai evidente che a Gaza si sta consumando un genocidio”
“È ormai evidente che a Gaza si sta consumando un genocidio”. Non ha paura delle parole Ofer Cassif. Di chiamare le cose con il loro nome. Chi vive in prima persona quello che sta succedendo non si può permettere il lusso dei distinguo. E del resto, secondo la denuncia del parlamentare israeliano, questo era il disegno fin dall’inizio. “Io, il Partito Comunista e i miei compagni, lo denunciamo sin dall’ottobre 2023: non ha nulla a che vedere con la sicurezza di Israele, era un progetto premeditato. Per averlo detto pubblicamente, il 9 ottobre – due giorni dopo l’attacco di Hamas, che ovviamente condanniamo – sono stato sospeso dal parlamento. In quell’occasione spiegai in un’intervista negli Stati Uniti che il vero obiettivo del governo israeliano era l’attuazione del piano genocidale di Smotrich, già presentato nel 2017: un progetto che prevede l’espulsione e l’eliminazione dei palestinesi per la realizzazione della cosiddetta ‘Grande Israele’”.
“L’antisemitisco come accusa strumentale da parte di Netanyahu”
“Netanyahu e i suoi alleati, dentro e fuori il Paese, utilizzano il termine ‘antisemitismo’ in modo strumentale, per zittire ogni critica – denuncia Cassif –. Persino io, che sono ebreo, vengo accusato di ‘auto-antisemitismo’, come accade ai miei compagni palestinesi e ad altri esponenti del nostro partito, semplicemente perché ci opponiamo ai crimini di guerra, chiediamo la fine dell’occupazione e sosteniamo la soluzione dei due Stati e la convivenza pacifica tra i popoli. Nel parlamento israeliano siamo cinque deputati della nostra coalizione: quattro palestinesi e io, ebreo. Eppure veniamo sistematicamente accusati di antisemitismo e di sostegno al terrorismo. È un’arma propagandistica, non un confronto razionale”.
“La vera resistenza viene dal basso: insegnanti, medici, volontari”
“La vera resistenza al genocidio e al fascismo – dice Cassif – non viene dall’alto, ma dal basso: negli ultimi mesi insegnanti, medici, associazioni di volontari hanno organizzato iniziative di protesta. Purtroppo in Israele scioperi generali per motivi politici non sono legali, e la Corte Suprema li ha già vietati. Ma resta il fatto che, se il sindacato, l’Histadrut, decidesse davvero di fermarsi, la guerra cesserebbe immediatamente”.
Un segnale di speranza e di cambiamento nell’opinione pubblica però inizia a vedersi secondo il parlamentare del partito Comunista. “Se inizialmente le proteste chiedevano solo la restituzione degli ostaggi e la fine della guerra ‘per gli israeliani’, oggi cresce una minoranza che denuncia apertamente il genocidio dei palestinesi e i crimini di guerra. Le manifestazioni a Tel Aviv e in altre città si stanno allargando, coinvolgendo migliaia di persone, con cartelli e fotografie delle vittime di Gaza. Anche alcuni giornalisti e persino ex generali cominciano a parlare pubblicamente di ‘pulizia etnica’ e atrocità. È ancora troppo poco e troppo tardi, ma è un segnale. Per questo il sostegno internazionale è cruciale: se più voci, fuori da Israele, denunciano il genocidio, la nostra resistenza interna sarà più forte”.
Stanzione: “È necessario costruire ponti tra i pacifisti, anche tra i pacifisti israeliani di fede ebraica”
Alle parole chiarissime di Ofer Cassif ha fatto eco il segretario generale della Cgil di Milano, Luca Stanzione. “La Cgil è mobilitata per denunciare e contrastare quanto sta avvenendo: ciò che pochi ritenevano possibile e che invece oggi è sotto gli occhi di tutti. La presenza qui di un parlamentare israeliano che si oppone a questa deriva ha anche un grande valore simbolico. È necessario costruire ponti tra i pacifisti, anche tra i pacifisti israeliani di fede ebraica. Le politiche di Netanyau non fanno altro che alimentare un antisemitismo diffuso, persino in Europa, e questo per noi è motivo di grande preoccupazione, anche alla luce della nostra storia”.