La decisione della Cgil di indire una giornata nazionale di scioperi e mobilitazioni in tutta Italia venerdì 19 settembre, in segno di rifiuto della guerra a Gaza e di solidarietà con il popolo palestinese, ha ricevuto il plauso della Federazione generale dei sindacati palestinesi.

Il segretario generale Shaher Saed ha definito l’iniziativa “storica” e ha sottolineato come essa rifletta “la profonda solidarietà internazionale della classe operaia italiana con la causa palestinese”, rafforzando “l’unità dei popoli liberi del mondo nell’affrontare l’aggressione e il blocco imposti al nostro popolo”.

Saed ha evidenziato l’importanza delle richieste avanzate dalla Cgil: fermare l’intervento militare a Gaza, aprire corridoi umanitari e sospendere ogni forma di commercio e cooperazione militare con Israele. Si tratta, secondo il segretario palestinese, di “una posizione coraggiosa, coerente con i principi di giustizia e diritti umani” che apre possibilità più ampie per mobilitare sostegno internazionale e promuovere “una pace giusta basata sul riconoscimento dello Stato di Palestina”.

La giornata del 19 settembre viene così definita da Saed la “Giornata della Palestina in Italia”. Le iniziative di solidarietà proseguiranno all’inizio della prossima settimana in Francia, Gran Bretagna e altri paesi europei, nell’ambito di un crescente movimento popolare e sindacale globale.

Parallelamente, la Confederazione internazionale dei sindacati (Csi) e la Confederazione araba dei sindacati (Atuc) hanno ribadito la collaborazione con federazioni internazionali per esortare i governi a riconoscere i diritti nazionali del popolo palestinese, a partire dalla creazione di uno Stato indipendente con Gerusalemme capitale. In questo contesto, la Confederazione generale dei sindacati del Regno unito (Tuc) ha annunciato di aver scritto al primo ministro britannico chiedendo il riconoscimento immediato dello Stato di Palestina, l’imposizione di sanzioni a Israele, il divieto di vendita e trasferimento di armi e la sospensione di tutti gli accordi di partenariato economico con lo Stato occupante.