Anche la Flc Cgil interviene criticamente sull’emendamento alla legge di bilancio che prevede l’introduzione di un bonus di 1.500 euro per ciascun figlio iscritto alle scuole paritarie di primo e secondo grado.  

Per la Flc Cgil “si tratta di una scelta politica ben precisa, che sottrae risorse alla scuola pubblica, per destinarle, invece, a chi dispone già di alternative, mascherando questa operazione sotto la bandiera della libertà educativa”.

E tutto ciò, continua la nota, da un governo, che, “a partire dal misero rinnovo del contratto ‘Istruzione e Ricerca’, continua a dichiarare che non ci sono soldi e che siamo in tempi di vacche magre”, e “trova risorse per le scuole private, mentre per la scuola pubblica arrivano solo tagli”.

“La proposta – continua la nota - si articola nell’erogazione di un voucher, denominato ‘buono scuola’, destinato alle famiglie con un Isee inferiore ai 30.000 euro che scelgono l’istruzione paritaria per i propri figli. Per ogni figlio iscritto è previsto un contributo pari a 1.500 euro, con la possibilità di cumulare fino a un massimo di 5.000 euro per ciascun nucleo familiare. Per coprire il costo complessivo dell’iniziativa di circa 20 milioni di euro, si prevede un taglio al Fondo per gli interventi strutturali di politica economica”.

Non è la prima volta che una simile iniziativa viene presentata. Già lo scorso anno, è stato avanzato un emendamento analogo, ma, a seguito delle polemiche, la proposta è stata ritirata. Quest’anno si sono trovate nuove risorse? No”.

"La verità è che sono state accantonate e mortificate le vere priorità del sistema di istruzione, a partire dalla stabilizzazione dei precari e dalla retribuzione adeguata per un settore che rimane il peggio pagato della pubblica amministrazione”, conclude la nota.