PHOTO
Il Governo di Israele non riuscirà a intimidire la Global Sumud Flotilla, le navi arriveranno a destinazione a Gaza per aprire un corridoio umanitario. Questo il messaggio lanciato dalla conferenza stampa degli attivisti.
Israele “non ci intimidirà. Non fermeremo i nostri sforzi finché non si ferma il genocidio. Chiediamo ai Governi di fare pressioni per fermare la violenza”. Così Nkosi Zwelivelile Mandela, nipote del leader sudafricano Nelson, presente nella Flotilla e intervenuto alla conferenza stampa.
Flotta al completo verso Gaza
Ha poi parlato Yasemin Acar, membro del Comitato direttivo: “Al momento la flotta è al completo, tutte le navi destinate a Gaza si sono unite. Siamo fino a 50 imbarcazioni che trasportano aiuti umanitari e centinaia di osservatori per i diritti umani, avvocati, parlamentari, artisti. Non effettueremo più soste tecniche: proseguiremo direttamente verso Gaza per consegnare gli aiuti e aprire un corridoio marittimo umanitario”.
Parlando delle minacce ricevute dall’Esecutivo israeliano, Acar ha aggiunto: “Siamo consapevoli dei pericoli e sappiamo che ci sono attori che vorrebbero fermarci, fino al punto di chiedere ad alcuni di abbandonare la missione. Ma queste minacce hanno avuto l'effetto di unirci ancora di più. Porteremo queste navi e andremo a Gaza”.
Le nazioni unite non bastano
È chiaro a tutti che l’Onu non basta a fermare il genocidio e il massacro quotidiano del popolo palestinese. Lo ha sottolineato Arundhati Gandikota, rappresentante dell'Hague Group, con queste parole: “Non possiamo continuare a fingere che il Consiglio di Sicurezza, l'Assemblea Generale, la Corte internazionale di giustizia o la Corte penale internazionale bastino a fermare le atrocità che stiamo vedendo. È la stessa finzione che vediamo oggi, mentre la flottiglia è brutalmente attaccata, soprattutto da parte di nazioni occidentali e Paesi complici che si limitano a esprimere condanna e preoccupazione, ma non agiscono”.
Gandikota ha quindi ringraziato i sostenitori per “il coraggio che ha dato speranza reale a tutti noi, in questo secondo anniversario del genocidio di Gaza”. Ora la strada da seguire è decisa: “Interrompere le esportazioni di armi verso Israele, garantire che nessun porto, fabbrica, terra o lavoro dei nostri Paesi sia intriso del sangue dei palestinesi e assicurare responsabilità a governi, istituzioni e corporation complici dei crimini”.
Grazie alle manifestazioni
E ancora: “Speriamo che i nostri numeri crescano, sia nelle acque del Mediterraneo sia nel movimento globale, perché solo Stati e cittadini di coscienza, insieme, possono rompere l'assedio di Gaza”.
Kleoniki Alexopoulou, membro del comitato direttivo della Flotilla, ha infine ringraziato i sindacati e le manifestazioni degli ultimi giorni: “Non siamo così ingenui da pensare che i Governi cambino posizioni, ma è positivo che l'Italia abbia risposto così all’impegno della società civile e dei sindacati, che hanno fatto uno sforzo straordinario con le manifestazioni per portare l'attenzione sulla questione”.