“La situazione è estremamente drammatica: in soli 7 giorni abbiamo più di 1 milione di persone che sono fuggite dall’Ucraina, sono molte di più quelle sfollate internamente. È la crisi umanitaria giù grave che si sia verificata in Europa in questo secolo”. Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr Italia, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, di crisi ed emergenze ne ha viste e vissute tante in questi decenni. Ma confessa che raramente ha assistito a un esodo così rapido.

Come siete organizzati per portare aiuto e soccorso alla popolazione?
Le condizioni in cui operiamo sono spaventose, c’è una violenza estrema perché è in atto un’offensiva militare. Per questo, è molto difficile raggiungere le persone che sono in stato di bisogno. Il nostro personale sta lavorando dentro i confini dell’Ucraina anche con le associazioni, ma tutte le operazioni sono complicate. Siamo presenti in tutto il territorio dell’Ucraina e nei Paesi verso i quali la popolazione sta fuggendo e stiamo ampliando i nostri programmi di assistenza per aiutare i governi.

Che risposta state ricevendo agli appelli alla solidarietà?
La solidarietà a livello internazionale è commovente, ma la cosa che più serve oggi è che vengano messe a tacere le armi, altrimenti le persone continueranno a fuggire. Per il nostro intervento che prepariamo da settimane, abbiamo pianificato che ci sarà un bisogno per 4 milioni di rifugiati nelle prossime settimane. Abbiamo lanciato un appello per diverse centinaia di milioni di euro ai governi, ai cittadini e alle cittadine, con una campagna di raccolta fondi tramite Sms insieme alla Rai, Unicef e Croce Rossa e poi sul nostro sito unchr.org. Ogni donazione in questo momento aiuta ed è importante, dalla più grande alla più piccola.

L’Ue attiverà la direttiva 55 del 2001 che consentirà ai profughi di ottenere la cosiddetta protezione temporanea. È una buona notizia? 
Sì, noi ci siamo espressi a favore. Questa direttiva, messa a punto quando ci fu la guerra in Jugoslavia, prevede la protezione provvisoria per un anno, rinnovabile, e rende molte più spedite le procedure previste per la richiesta di asilo, agevolando la parte documentale e riconoscendo un permesso a chiunque esca dall’Ucraina.

Come si sta muovendo l’Italia in questa situazione?
Il governo sta lavorando con assoluta celerità e coordinamento attraverso la rete e il sistema nazionale, anche perché l’Italia ha una grande esperienza di accoglienza maturata negli ultimi anni. A oggi ci risulta che dovrebbero essere entrate circa 3mila persone, ma potrebbero essere di più. È importante sapere che le istituzioni italiane ci sono, che c’è una fortissima rete di solidarietà da parte dei cittadini. Chiediamo che i ricongiungimenti familiari vengano resi spediti il più possibile e solleviamo l’attenzione sull’eventuale arrivo di minori soli, in modo che possano essere identificati e ricevano la protezione di cui hanno bisogno, un aspetto che stiamo monitorando anche in uscita dall’Ucraina.

Un elemento di criticità potrebbe essere rappresentato dalla vaccinazione delle persone in fuga che entrano nel nostro Paese.
La vaccinazione contro il Covid sarà una delle innumerevoli questioni che gli Stati ospitanti dovranno affrontare e organizzare. Confido che le autorità abbiano presente il problema.