Joe Biden è deciso a portare a casa la sua proposta: raddoppiare le tasse ai super-ricchi. È uno dei punti da mettere in programma nei primi cento giorni di mandato, perché la situazione è diventata insostenibile. Al momento il prelievo fiscale per i Paperon de Paperoni americani è una beffa: fermo al 20%. L’obiettivo è portarlo attorno al 40.

Con una mano togliere ai ricchi con l’altra ridistribuire ai poveri per accorciare una distanza immensa, alimentata nel corso dell’ultimo anno dalla crisi e dall’ingiustizia sociale.

Il Gruppo Boeing ha attraversato un anno terribile. I suoi 737 Max lasciati a terra dopo due incidenti aerei, la pandemia e una crisi per la quale sono stati già annunciato 30mila licenziamenti e 12 miliardi di dollari di perdite. Eppure l’amministratore delegato David Calhoun non è mai stato meglio: il suo compenso 21,1 milioni di dollari.

Nell’anno in cui le crociere si sono fermate in tutto il mondo. La Norwegian Cruise Line è a stento sopravvissuta. Ha perso 4 miliardi di dollari e lasciato a casa un dipendente su 5. Eppure l’amministratore delegato Frank Del Rio ha guadagnato il doppio dell’anno precedente: 36,4 milioni di dollari.

Altro settore. Altra crisi. Gli hotel Hilton, presenti in tutto il mondo, sono rimasti vuoti, il personale tagliato del 25%, ma Chris Nassetta, che siede al vertice, ha incassato 55,9 milioni di dollari.

Numeri da capogiro denunciati dal New York Times. In un’inchiesta che mette spalle al muro un sistema fatto a uso e consumo dei più ricchi.

“Il divario tra i compensi degli amministratori delegati e i salari medi dei lavoratori è andata crescendo per decenni. Gli amministratori delegati adesso guadagnano in media 320 volte in più di un loro dipendente medio secondo l’Economic Policy Institute. Nel 1989, il rapporto era 61 a 1. Se dal 1978 i salari sono cresciuti del 14%. Le paghe dei manager sono schizzate del 1.167%”.

La sfida per Biden è tutta in queste percentuali.