Conoscevamo già il famoso “effetto farfalla”, ovvero il fatto che un battito d'ali sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo. Mai come oggi abbiamo riscoperto quanto la globalizzazione sia soggetta a questo effetto: un virus identificato per la prima volta a Wuhan, una megalopoli cinese sconosciuta ai più, propagatosi con una rapidità spaventosa nel resto del pianeta, lo ha paralizzato. L’interdipendenza fra le politiche locali, nazionali, europee e globali, è ora fatto inconfutabile ed evidente. Una ragione in più per la Cgil, da sempre in prima fila nelle lotte europee e internazionali, per stringere legami, raccogliere informazioni, riannodare fili di una solidarietà internazionale ora più necessaria che mai.


Poche settimane fa, l’incontro fra il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e Reiner Hoffmann, presidente della Dgb, il principale sindacato tedesco, si è concluso con una dichiarazione in cui le due organizzazioni hanno chiesto – nello stesso giorno in cui il Consiglio europeo discuteva del Mes e del Piano di rilancio Ue – un ambizioso programma di investimenti finanziato tramite Eurobond. Il richiamo a un’Europa unita e solidale e a un movimento sindacale europeo unito è stato al centro della discussione.

Un forte sentimento di comunanza unisce la Cgil al sindacato spagnolo. Con il leader delle Comisiones obreras, Unai Sordo, Landini ha condiviso la necessità di una maggiore solidarietà nell’Unione che rimetta al centro il lavoro e un’economia fondata sulle persone e sui servizi pubblici, a partire dalla sanità. Messaggi riecheggiati nel colloquio con Pepe Alvarez della Ugt spagnola, durante la quale si è ragionato anche di come dare maggiore slancio all’azione del sindacalismo europeo.

Durante l’incontro con la vice presidente del sindacato danese Fh, Bente Sorgenfrey, sono emersi interessanti spunti di riflessione per un lavoro congiunto su temi come la lotta all’evasione fiscale e al rafforzamento della contrattazione collettiva, ma anche punti di vista divergenti relativamente alla necessità di uno strumento europeo sui salari minimi.

L’incontro con la confederazione Disk è stata un’ulteriore occasione per rinnovare al sindacato turco la solidarietà per i numerosi attacchi alla libertà di associazione. Per farsi coraggio nell’affrontare l’emergenza sanitaria, il 1° maggio scorso i medici nelle corsie degli ospedali hanno intonato “Bella ciao”, ma le condizioni nel Paese rimangono difficili. Nella stessa giornata i dirigenti di Disk, a partire dalla presidente Arzu Çerkezoğlu, sono stati arrestati per il tentativo di celebrare – seppure simbolicamente – la festa dei lavoratori in piazza Taksim. Cgil e Disk si batteranno con forza per un cambio radicale delle politiche migratorie e dell’accordo Ue-Turchia sui migranti. La pandemia ha reso evidente come i diritti umani e del lavoro non possano più essere alla mercé della speculazione e della logica liberista del profitto; principio da cui ripartire per un rilancio del movimento sindacale internazionale.

Un punto molto sentito anche dal sindacato francese Cgt, che ha dovuto fare i conti con un dialogo sociale complicato con il governo. Nell’incontro con Landini, il leader Philippe Martinez ha ribadito la necessità di opporre resistenza alle politiche di austerità. Martinez ha anche sottolineato l’importanza del ruolo del sindacato in questa fase, invitando a lasciarsi definitivamente alle spalle gli attacchi da parte dei governi di ogni colore alla contrattazione collettiva e all’autonomia del sindacato.

L'odierna riunione del comitato esecutivo, cui partecipa anche il segretario generale della Cgil, è dunque un’occasione in più per ribadire il senso di questi colloqui e chiedere alla Confederazione europea dei sindacati un’azione forte per la richiesta di un'inversione di tendenza nelle politiche comunitarie: “O l’Europa è sociale, o non è”, questo lo slogan usato in più occasioni nei mesi scorsi. Un nuovo modello di sviluppo che sappia cogliere la sfida sanitaria, ambientale e digitale, fondandola sul lavoro. Un lavoro profondamente cambiato rispetto a pochi decenni fa, ma che deve necessariamente rimanere vincolato a diritti inalienabili individuali che nessuna crisi o logica di profitto deve mettere in discussione.

Salvatore Marra, area Politiche europee e internazionali Cgil