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La Cgil Roma e Lazio ha presentato questa mattina, 12 novembre, il documento “Ritorno alla normalità”, nel quale ha sintetizzato le proprie proposte sui tributi locali e sulle scelte da compiere nei prossimi bilanci previsionali del Comune di Roma e della Regione Lazio. Per il sindacato l’obiettivo è “dare risposte ai problemi di chi, per vivere, deve lavorare”.
L'iniziativa, organizzata nella Sala Laudato Sì, in Piazza del Campidoglio a Roma, è stata trasmessa anche in diretta sul canale YouTube del sindacato (clicca QUI). Dal palco hanno animato la discussione i capigruppo, i presidenti di Commissione dell’Assemblea Capitolina e del Consiglio Regionale del Lazio e le forze politiche. A chiudere i lavori è stato il segretario generale della Cgil, Natale Di Cola. Durante la presentazione è stato illustrato anche uno studio sulle reali condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori del territorio.
Il contesto
Quali sono le reali condizioni dei lavoratori del Lazio? È per rispondere a questa domanda che la Cgil capitolina ha stilato un documento di contesto della realtà attuale. Ve ne proponiamo una sintesi per capitoli.
Salari, ccnl e potere d’acquisto. Nel 2021–2025 le retribuzioni contrattuali nominali del settore privato sono cresciute di circa il 10%, ma il valore reale resta inferiore di circa il 9% rispetto a gennaio 2021. Oltre il 43% dei dipendenti è privo di ccnl in vigore per la parte economica: il combinato disposto di rinnovi mancati e inflazione ha eroso i salari reali riportandoli sotto i livelli del 2000. Il drenaggio fiscale (fiscal drag) e le addizionali locali hanno ulteriormente compresso i netti, soprattutto per i redditi medio-bassi.
Mercato del lavoro e precarietà. Roma è la “capitale” della precarietà: incidenza elevata dei contratti di un giorno e, a livello regionale, solo circa il 15% dei nuovi contratti è a tempo indeterminato. Nel 2024 Roma ha superato l’occupazione pre-Covid (+2% sul 2019), ma senza salto di qualità: l’industria impiega solo il 6,7% degli occupati (20% Italia) e il terziario avanzato arretra nelle qualifiche alte. Si rafforza l’overeducation: la quota di laureati in lavori a bassa qualifica è salita dal 6,4% all’8,6% (2011–2019). Nel primo semestre 2025 le ore di cassa integrazione autorizzate sono 15,5 milioni (+14% a/a).
I neet, coloro che non studiano e non lavorano, a Roma crescono del 31% tra 2023 e 2024; gli under 25 occupati sono il 3,79% (4,80% Italia). Nel Lazio il 43% degli under 35 nel privato non agricolo ha una Ral (retribuzione annua lorda) inferiore a 10 mila euro, spesso con contratti a termine e part-time involontario. Persistono forti divari di genere: nel 2024 il 40% delle donne 15–64 è inattiva; il 51% delle occupate si concentra in nove soli settori. Lavoratrici e lavoratori migranti più spesso inquadrati come operai e in comparti a bassa qualità del lavoro.
Redditi dichiarati e polarizzazione. Nel Comune di Roma (MEF 2020–2023) i redditi nominali complessivi crescono del 17% con +3,3% contribuenti. Diminuiscono le classi sotto i 15 mila euro, aumentano tutte le fasce sopra i 26 mila; i contribuenti oltre 120 mila crescono del 33%. Parallelamente aumenta il gettito dell’addizionale comunale (+19,2% tra 2020 e 2023) con 143 mila contribuenti in più tenuti al versamento.
Inflazione e distribuzione dell’impatto. A settembre 2025 l’indice NIC (Indice Nazionale dei Prezzi al Consumo per l’intera collettività) di Roma è 121,6. La fiammata dei prezzi ha colpito beni non rinunciabili (casa/energia, alimentari) e i servizi ricettivi/ristorazione (+ circa 25% sul 2021). L’inflazione è regressiva: il gap di impatto tra il quintile più povero e quello più ricco ha toccato circa 5 p.p. nel 2022 e resta elevato (circa 3,5 p.p. nel 2025).
Disuguaglianze di reddito e ricchezza. Il Gini Irpef a Roma supera costantemente media regionale e nazionale; il differenziale con l’Italia si è ampliato tra 2019 e 2023. L’indice EU-SILC nel Lazio (reddito disponibile equivalente) è più alto della media italiana, con la casa fattore cruciale. A livello nazionale, il Gini della ricchezza sale da ~0,66 (2010) a ~0,72 (2025Q1). Il top 10% detiene 60% della ricchezza; il bottom 50% ~7%. Nove famiglie su dieci hanno patrimonio concentrato nell’abitazione (circa 70% nei primi cinque decili).
Casa, affitti e sfratti. Tra 2020 e 2024 a Roma oltre 26 mila provvedimenti di sfratto, con forte crescita per finita locazione. La pressione degli affitti brevi riduce l’offerta a lungo termine, alimentando rincari e processi espulsivi. Il patrimonio ERP 8Ediliza Residenziale Pubblica) resta insufficiente rispetto al fabbisogno; crescono indebitamento delle famiglie (debiti = 56,4% del reddito disponibile nel Lazio) e ricorso al credito al consumo (+5,7%).
Pnrr, Giubileo ed effetti reali. Nonostante oltre 10 miliardi di investimenti, gli effetti su qualità del lavoro, produttività e servizi risultano inferiori alle attese. Nel 2023 il Lazio non ha recuperato il valore aggiunto 2007 (-2,4 p.p.); contrazione dell’industria e ore lavorate per addetto in calo (-5,7% dal 2007).
Fiscalità locale e drenaggio fiscale. Roma (0,9% di addizionale comunale) e Lazio (maggiorazioni regionali) figurano tra i territori più gravati da addizionali Irpef su redditi da lavoro e pensioni. In un decennio, circa 11 miliardi di prelievo extra tra Comune e Regione. Il fiscal drag 2022–2024 ha generato circa 3,3 miliardi aggiuntivi (≈300 euro pro capite) senza modifiche formali di aliquote, con effetti più pesanti sui redditi medio-bassi.
Le proposte della Cgil di Roma e del Lazio
Di fronte a questo quadro, ecco di seguito le dieci proposte avanzate dalla Cgil di Roma e del Lazio nel corso dell’iniziativa.
Al primo posto troviamo l’eliminazione dello 0,4% di addizionale comunale Irpef relativa alla gestione commissariale e dello 0,5% di addizionale regionale Irpef relativa al risanamento del debito sanitario.
C’è poi il blocco degli aumenti delle tariffe dei servizi pubblici e l’innalzamento delle soglie Isee per esenzioni ed agevolazioni.
Il potenziamento delle macchine amministrative di Roma Capitale e della Regione Lazio e l’aumento delle risorse per il salario.
L’adeguamento delle risorse per i contratti di servizio, gli appalti e le società in house per qualificare il lavoro.
Il superamento della precarietà nei servizi pubblici.
Un piano di investimenti straordinario comunale e regionale per i servizi sociali e la non autosufficienza.
Il finanziamento di politiche industriali e di sviluppo.
Il sostegno al diritto alla casa.
Il potenziamento dei servizi per l’infanzia e scolastici.
Misure per le nuove generazioni.
Di Cola, Cgil Roma Lazio: “Serve un’idea che metta al centro i bisogni delle persone”
“Questa – ha detto Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, concludendo l’iniziativa – è una sfida cui teniamo molto, una sfida portata avanti grazie all’impegno di tutta la nostra struttura. Una sfida per la quale abbiamo rubato la locandina al celebre film, ‘Ritorno al Futuro’, perché, giocando con le parole, abbiamo la convinzione che il nostro futuro debba passare da un ritorno alla normalità sul nostro territorio, nella nostra regione. Siamo convinti che ciascuno debba fare la propria parte”.
“Il futuro dei cittadini del Lazio – ha proseguito il segretario aprendo il suo intervento – dipenderà anche dalle scelte che consigli comunali e regionali faranno nei prossimi anni. Per questo abbiamo voluto interloquire qui con chi quelle scelte le voterà dal momento che è stato scelto dai cittadini”.
“È necessario – ha detto Di Cola – riconnettere il popolo alla buona politica. Rimettere in moto la macchina amministrativa, saper spendere bene le risorse, recuperarne di nuove, mettere al centro la lotta alle disuguaglianze, dare centralità politica ai bisogni sociali. È tempo di concentrare risorse e volontà politica sui diritti sociali. E servono scelte coraggiose. Ogni ente di governo faccia la propria parte”.























