La cornice era certa autorevole, il Palazzo di Giustizia di Roma, lì lo scorso 24 ottobre il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e il neoeletto presidente della Associazione Nazionale dei Magistrati Giuseppe Santalucia, hanno sottoscritto una convenzione dal doppio risvolto. Il primo certamente pratico, gli iscritti alla Anm potranno usufruire di tutti i dei servizi dedicati alla tutela individuale della Cgil: ““la Cgil metterà a disposizione degli iscritti all'Associazione nazionale magistrati – si legge nell’accordo - i servizi di assistenza e consulenza nelle materie di sicurezza sociale, tutela dei danni alla salute, previdenza, assistenza fiscale, tutela al consumatore, assistenza agli inquilini e ai proprietari, attraverso il patronato Inca, i Caaf, Federconsumatori, Sunia e Apu”. Di contro: “L’Anm - prosegue l’accordo - metterà a disposizione delle iniziative e delle attività formative della Cgil le competenze dei propri iscritti concordando di volta in volta la partecipazione della persona più adeguata”.


Il secondo risvolto che la sigla del testo porta con sé lo indica Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil: “sottintende la grande volontà di avvicinare due mondi associativi rilevanti come i nostri”. “A esempio – aggiunge il dirigente sindacale – a margine dell’incontro per la sigla del documento, abbiamo avuto uno scambio con il presidente Giuseppe Santalucia sugli aspetti da approfondire sui temi della riforma della giustizia guardandoli soprattutto dal punto d vista della necessità del potenziamento delle strutture che sono a garanzia di una maggiore efficacia della giustizia, a partire dagli organici e dalle strutture territoriali. Insomma, in quella breve chiacchierata che abbiamo voglia di approfondire grazie proprio a questo sodalizio è emersa l’interesse e la necessità di un confronto diretto e costante su queste questioni”.

È bene ricordare che stiamo parlando di una organizzazione che rappresenta il 92% dei magistrati e delle magistrate del nostro Paese, cioè del terzo potere dello Stato, ed è altrettanto bene ricordare che sono anni che la Cgil ha fatto della costruzione della legalità una delle componenti consistenti del suo impegno. “La legalità -aggiunge Massafra – è uno dei pilastri su sui si fonda la nostra azione sindacale per la costruzione di una società democratica. Proprio per questa ragione all’inizio del testo dell’accordo citiamo gli articoli dello Statuto della Confederazione che definiscono il nostro impegno in questo senso. Legalità è fondamento della democrazia e per questa ragione che questo sodalizio è quasi un atto dovuto rispetto alla mission di organizzazione di rappresentanza degli interessi generali del Paese e di un altro ambito, quello dei magistrati, che è il presidio, la garanzia che quella società democratica possa fondarsi su elementi di giustizia”. “Per noi – conclude il segretario – è senz’altro un passaggio fondamentale che suggella, che rafforza ciò che per noi da sempre la legalità”.

Non esiste, questo il punto, lavoro dignitoso se non è anche e forse prima di tutto, legale. Così come i presupposti dell’illegalità e anche della criminalità organizzata si fondano esattamente sulla negazione dei diritti, sia quelli sociali che quelli civili, all’interno della società. Dove lo Stato viene sostituito ad esempio nel creare lavoro, ecco che proliferano le mafie. “E allora – riprende il ragionamento Massafra – noi che facciamo dei diritti una bandiera, come elemento fondanti la società democratica non possiamo prescindere da questo elemento e anche da questo rapporto con chi opera nella giustizia, e con chi determina giustizia attraverso la corretta laica ed efficace interpretazione delle norme”.