Il nuovo numero del Notiziario Inca è dedicato alla riforma della disabilità e contiene una serie di contributi allo scopo di tracciare un primo bilancio. Gli articoli sono di Michele Pagliaro, Roberto Ghiselli, Gian Aristide Norelli, Tania Scacchetti, Maria Grazia Gabrielli e Daniela Barbaresi. Nel Notiziario è presente un focus dalle nove province coinvolte in questa prima fase della sperimentazione, con i contributi dalle Inca territoriali di Claudia Gavazzi, Ilenia Negri, Luigi Vitale, Emilio Fabbri, Emanuela Castagnoli, Roberto Fanfarillo, Roberto Panico, Norberto Gagliardi, Donatella Piana e Gianni Bertossi.

Riportiamo qui di seguito un breve estratto dell’articolo del presidente dell’Inca Michele Pagliaro.

[...] Le testimonianze che presenteremo in queste pagine provengono dalle province che hanno sperimentato per prime la nuova procedura. A Brescia, dove in precedenza era l’Asl a occuparsi degli accertamenti, solo il 30% dei certificati pervenuti risulta definito. A Catanzaro, dove il sistema era gestito direttamente dall’Inps, la percentuale supera il 97%. Questa differenza dimostra quanto la riforma si sia innestata su un terreno disomogeneo, senza una reale strategia di accompagnamento e armonizzazione. Le criticità non si fermano alla fase di avvio della domanda: l’assenza di decreti attuativi e regolamenti definitivi sta mantenendo la fase sanitaria sanitaria ancorata ai vecchi criteri di valutazione, vanificando di fatto l’obiettivo di introdurre parametri più evoluti e rispettosi della dimensione sociale e relazionale della disabilità.

Non si tratta soltanto di numeri. Ogni pratica in ritardo significa una cittadina o cittadino che aspetta di ricevere un contributo economico indispensabile per pagare un’assistenza domiciliare, un genitore che rinuncia a lavorare per accudire un figlio, una persona anziana non autosufficiente che si trova senza un progetto di vita personalizzato. Sono storie che meritano attenzione, rispetto e risposte adeguate.

Il nostro obiettivo non è semplicemente quello di denunciare le inefficienze, ma di promuovere un confronto serio e costruttivo su come ripensare la riforma alla luce delle esperienze sul campo. [...]

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