Si scrive part time ciclico, si legge “una di quelle vertenze senza fine” nella quale migliaia di lavoratori e lavoratrici, soprattutto lavoratrici, combattono da anni”. 

Che cos’è il part time ciclico

Il part time ciclico è una forma di lavoro che prevede, ciclicamente, periodi di sospensione del lavoro. “I lavoratori e le lavoratrici che sottoscrivono questa tipologia di contratto – ci spiega Anna Bilato del collegio di presidenza dell’Inca –sanno già in partenza che andranno incontro, ciclicamente, a periodi non lavorati durante i quali non riceveranno il salario e non saranno coperti da contribuzione. Per fare un esempio chiaro, spesso le lavoratrici delle mense scolastiche – si parla di lavoratrici perché è un settore dove la gran parte della forza lavoro è composta da donne – sono contrattualizzate con un part time ciclico nel quale i periodi di non lavoro coincidono con le vacanze degli studenti, quindi sostanzialmente il lavoro si interrompe i primi di giugno e riprende a settembre, seguendo il ritmo della didattica. Queste lavoratrici, già penalizzate da un reddito basso dovuto al fatto che spesso il loro lavoro non è a tempo pieno, da giugno a settembre si ritrovano senza retribuzione e quindi senza copertura contributiva”.

In pensione più tardi

Questo in pratica determina il fatto che per raggiungere i requisiti richiesti per la pensione chi è a part time ciclico avrebbe bisogno di più anni di lavoro, interrompendo ciclicamente il versamento dei contributi.

Cosa fa l’Inca

E qui entra in gioco l’Inca Cgil. “Per questa tipologia di lavoratori e lavoratrici – spiega Anna Bilato – c’è la possibilità di richiedere la copertura contributiva figurativa per quel che riguarda i periodi non lavorati. Una grande conquista portata a casa dalla Cgil nel 2020 con una norma che prevede appunto, per questo tipo di lavoro che si interrompe ciclicamente, la possibilità di richiedere l’accredito della contribuzione figurativa. L’accredito di questa tipologia di contribuzione è automatico da parte dell’Inps da quando esiste la norma, ma i lavoratori e le lavoratrici recandosi negli uffici dell’Inca possono recuperare invece il pregresso relativo a tutto il periodo precedente all’entrata in vigore della norma”.

“Fondamentale ricordare – spiega Anna Bilato – che i contributi figurativi valgono ai fini del raggiungimento del diritto al trattamento pensionistico però non saranno utilizzati ai fini della determinazione dell’importo della pensione”.