L’Inca Cgil torna a parlare della riforma dei patronati, un settore che tutela milioni di cittadine e cittadini in Italia e all’estero. Michele Pagliaro, presidente dell’Istituto nazionale confederale di assistenza, l’Inca Cgil, ricorda come i patronati costituiscano, di fatto, una rete di prossimità in grado di assistere ogni anno lavoratori, pensionati, cittadini, anziani e giovani, nelle prestazioni che garantiscono la tutela individuale, una materia le cui prestazioni sono state attraversate da cambiamenti essenziali negli ultimi vent’anni.

Pagliaro, Inca Cgil: “Riformare i patronati è un elemento sempre più attuale ed essenziale affinché possano misurarsi con l’innovazione tecnologica”

“La nostra rete di prossimità oggi si deve misurare con l’innovazione tecnologica, con l’avvento dell’intelligenza artificiale – spiega Michele Pagliaro –. Per questo riformare i patronati è un elemento sempre più attuale ed essenziale. È fondamentale ancorare questa rete al cambio di passo della nostra società, una società sempre più complessa in cui la pubblica amministrazione sta riducendo enormemente il front office, il rapporto diretto con le persone. In un sistema sempre più digitale, il contatto umano diventa essenziale per capire e risolvere i problemi”.

“A inizio 2024 il governo promise la riforma entro tre mesi, a distanza di un anno e mezzo nulla è stato fatto”

“La riforma la chiediamo ormai da dieci anni, la legge 152 che regolamenta i patronati è una legge del 2001. Con questo governo – ripercorre le tappe Pagliaro – abbiamo iniziato il confronto il 20 febbraio del 2024, ci siamo incontrati direttamente con la ministra del Lavoro, Elvira Calderone, ci era stata promessa una riforma entro tre mesi, a distanza di un anno e mezzo nulla è stato fatto. Noi pensiamo che sia importante intervenire subito, che sia giusto farlo per accrescere la qualità dei nostri servizi, per renderli accessibili a tutti. Il patronato è un’entità di prerogativa costituzionale e un diritto gratuito di tutela individuale sancito dalle nostre istituzioni e dalle nostre leggi”.

“Semplificare con la tecnologia e destinare gli ispettori del lavoro ad altri compiti quali salute e sicurezza”

“Abbiamo avviato un’interlocuzione che prevede sostanzialmente la semplificazione: oggi la tecnologia può aiutare i patronati italiani perché basterebbe mettere in relazione il mandato di patrocinio che l’utenza ci rilascia, la pratica che noi lavoriamo e gli elementi emanati dalle istituzioni per arrivare alla quantificazione del nostro lavoro con un semplice click. Questo – conclude il presidente dell’Inca Cgil – determinerebbe che gli ispettori del lavoro, che oggi sono chiamati a esaminare la nostra attività, pratica per pratica, ufficio per ufficio, potrebbero essere impiegati in altri compiti, in un Paese in cui ogni giorno tre, quattro lavoratori perdono la vita lavorando”.