“Ormai la Lega è chiaramente schierata contro l’autodeterminazione delle donne”. Questa la posizione delle Donne della Cgil all’indomani dell’iniziativa patrocinata dal senatore leghista Simone Billi alla Camera. 

Un’occasione durante la quale – osservano la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione ed Esmeralda Rizzi, delle Politiche di genere Cgil – “non solo si è contestata la legge 194 e aggredito il diritto all’autodeterminazione femminile, ma è stato anche distribuito materiale informativo che colpevolizza esclusivamente le donne nel caso di gravidanze indesiderate, promuovendo quella cultura patriarcale alla base di tanti atti di violenza maschile sulle donne”.

Le due sindacaliste ricordano che le donne della Cgil “da sempre sono impegnate nella promozione dell’autodeterminazione e autonomia femminile, per la parità dei ruoli e in difesa dei diritti conquistati dalle donne”. Ed esattamente per questa ragione “contestano duramente le posizioni retrograde ispirate ad una concezione dei rapporti uomo/donna lontani dal sentire diffuso e, fino ad oggi, contrastate da leggi della Repubblica”.

“Non è la prima volta - proseguono Ghiglione e Rizzi - che esponenti della Lega propongono interventi normativi che hanno come fine quello di comprimere la libertà e l’autonomia delle donne in nome di una concezione dei ruoli sociali arcaica, che ricorda il diritto di famiglia prima della riforma del 1975 che stabilì normativamente la parità dei ruoli”.

“Quanto sta accadendo nel nostro Paese - osservano le dirigenti sindacali - a partire dalle Regioni a guida Lega/Fratelli d’Italia, con il progressivo svuotamento dei servizi per IVG e i consultori e i contestuali finanziamenti alle associazioni antiabortiste, ci preoccupa. Per cui terremo alta l’attenzione pubblica su questi temi, centrali per impedire che anche nel nostro Paese, come già avvenuto negli Stati guidati da forze ultraconservatrici anche in Europa, si possa ripiombare in un passato fatto di dipendenza femminile e negazione del pieno diritto delle donne alla propria libertà e autodeterminazione”.