“Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. L’articolo 27 della Costituzione non lascia spazio a dubbi. Eppure, le nostre carceri soffrono di problemi cronici come il sovraffollamento, un degrado strutturale, condizioni igienico-sanitarie precarie, mancanza pressoché totale di attività e di opportunità di lavoro e formazione, carenza di risorse e personale.

Una situazione che negli ultimi anni è andata peggiorando anche perché è aumentato il numero dei reclusi ma non quello dei posti disponibili. Il governo Meloni ha messo in atto una politica securitaria con l’incremento delle fattispecie di reato e l’inasprimento delle pene, che ha portato ad aggravare le criticità già esistenti, ma non ha promosso nessuna politica o azione in grado di contrastare la marginalità, il degrado e il disagio.

Su questi temi è incentrata l’iniziativa organizzata dalla Cgil “Articolo 27. I diritti in carcere” in programma mercoledì 3 aprile alle 9.30 nella sede nazionale della confederazione a Roma e in diretta su Collettiva.it. Dai numeri aggiornati su popolazione detenuta e sovraffollamento al tragico record dei suicidi, dalle scarse opportunità di lavoro all’istruzione che non c’è, dalle misure alternative al carcere alla tutela della salute, verranno analizzati senza sconti tutti gli aspetti della vita dietro le sbarre.

“Il nostro obiettivo è contribuire a una maggiore consapevolezza sulle gravi e persistenti criticità – spiega la segretaria confederale Cgil Daniela Barbaresi -, ragionare sulla finalità della pena ma anche delle sue alternative, aprendo una riflessione su come liberare il carcere dalle persone per le quali, anche per le condizioni in cui versano molte strutture, non può avere nessuna funzione rieducativa né di recupero sociale. Occorre intervenire rapidamente per perseguirla, nel rispetto della dignità umana e dei valori costituzionali”.

Introduce i lavori Denise Amerini, responsabile dipendenze e carcere dell’area Stato sociale e diritti Cgil, coordina Cristiano Zagatti, coordinatore area Stato sociale e diritti Cgil. Dopo la lectio magistralis di Luigi Ferrajoli, giurista ed ex magistrato, intervengono Valentina Calderone, Garante delle persone private della libertà Roma, Alessio Scandurra, Antigone, Clara Ciavarella, Fp Cgil, Sandro Libianchi, coordinamento operatori salute nelle carceri, Francesca Malzani, docente dell’università di Brescia. Le conclusioni sono affidate alla segretaria Daniela Barbaresi.