Milano modello di disuguaglianze, con uno stipendio medio di 124 euro lordi al giorno, più alto di un terzo rispetto al resto dell'Italia, che però vede aprirsi sempre di più la cosiddetta forbice, con i quadri e i dirigenti che arrivano a percepire 568 euro, e le operaie che portano a casa 74 euro di paga giornaliera. L'analisi della Camera del lavoro milanese fa emergere le contraddizioni di una città dove a pesare è il carovita e, in particolare, il costo elevato delle abitazioni che produce lo svuotamento delle zone centrali e semi-centrali da parte della working class.

La situazione è diventata socialmente insostenibile. A delinearla ai microfoni di Collettiva.it Antonio Verona, responsabile Politiche del lavoro della Cgil di Milano, Carmelo Benenti, segretario del Sunia cittadino, e Francesco Forcolini, esponente del comitato Abitare in via Padova. Una lettura ragionata di dati, esempi concreti di come i cittadini si arrabattino alle prese tra salari insufficienti e affitti da capogiro, e iniziative di un quartiere eterogeneo che non si rassegna alla speculazione. Il tutto con uno sguardo alle nuove generazioni in fuga.

(montaggio e sonorizzazioni: Ivana Marrone)