La Rete Numeri Pari oggi è scesa in piazza, salendo in Campidoglio. In rappresentanza delle quasi cento realtà del mondo romano della Rete - tra associazioni, sindacati, cooperative sociali, movimenti per il diritto all'abitare, reti studentesche, centri antiviolenza, parrocchie, comitati di quartiere, circoli culturali, scuole pubbliche, biblioteche popolari, centri di ricerca, presidi antimafia e progetti di mutualismo sociale - per dare voce alle migliaia di persone, lavoratrici, precarie, disoccupate, migranti, senza casa, che vedono aprirsi dinnanzi agli occhi il baratro della povertà. Per rappresentare - si legge in un comunicato - che questa Amministrazione capitolina non riesce neppure a dare le risposte di emergenza, come è stato nel caso dei buoni spesa, distribuiti appena a un 1/3 dei richiedenti. Lo abbiamo fatto democraticamente, rispettando le regole di distanziamento, in sicurezza. Se si aprono le fabbriche e le chiese, bisogna aprire anche le piazze".

"Il parlamento ascolti questa voce - prosegue la nota della Rete dei Numeri Pari -, prima che siano le mafie e le forze eversive a forzare la mano. Non era facile oggi stare in piazza, rischiando una denuncia. In conclusione del presidio, abbiamo consegnato copia della nostra lettera aperta alla Sindaca nelle mani di alcuni funzionari comunali. Il nostro lavoro proseguirà per mano delle nostre singole soggettività e tutte/i insieme, per costruire, insieme a chi vorrà, un'idea di città degna dei romani".