Esce il 13 maggio in libreria Un’altra storia, quella di Maurizio Landini. Il segretario generale Cgil si racconta per la prima volta nel libro edito da Piemme, con l'intento di parlare soprattutto ai giovani.

"Uno dei motivi che mi ha spinto a raccontare la mia esperienza di vita e di lotta, è che vedo tra le giovani generazioni una straordinaria domanda di libertà”, spiega Maurizio Landini: “Una domanda di libertà e di realizzazione che non può essere delegata ad altri o rinviata a un futuro lontano, ma che si costruisce giorno per giorno, a partire dalla lotta per cambiare le condizioni di lavoro e superare la precarietà”.

La narrazione prende le mosse dall’infanzia, per arrivare fino ai giorni nostri. Gli anni Settanta, l'adolescenza a San Polo d'Enza, il lavoro in fabbrica. E poi le prime esperienze sindacali a Reggio Emilia e Bologna, la scoperta di una passione e di un impegno che lo porteranno prima a dirigere la Fiom e poi a diventare il segretario generale della Cgil.

Ma il racconto della propria storia personale offre anche l’occasione per l’analisi delle grandi questioni legate al mondo del lavoro e delle vertenze. Come sempre accade, alcuni momenti fondamentali della propria esistenza si incrociano o incontrano le pietre miliari della storia collettiva: la vicenda Stellantis, il rapporto con i governi Berlusconi, Prodi, Renzi, Conte, Draghi e Meloni, nella declinazione dell'idea-manifesto del “sindacato di strada”, in cui democrazia e autonomia sono il grande orizzonte.

“Se riuscirò ad accendere nei giovani la speranza e la voglia di lottare per la loro libertà nel lavoro e per un futuro migliore – prosegue Landini - potrò dire di aver raggiunto uno degli obiettivi che mi ero prefisso. Questo libro, con umiltà, vuole parlare soprattutto a loro".

L’autobiografia esce in libreria proprio a ridosso dei referendum abrogativi dell'8-9 giugno su lavoro e cittadinanza, suonando come una sorta di richiamo all’impegno, alla partecipazione e alla condivisione collettiva. Una narrazione intima tra ricordi, aneddoti e svolte professionali ed esistenziali, che si intreccia alla storia degli ultimi quarant'anni di questo Paese, con un focus su alcune grandi ferite sociali di ieri e di oggi che ancora sanguinano e che devono essere rimarginate: la dignità del lavoro, affermata nel dopoguerra e nella seconda metà del Novecento e “negata nell'ultimo ventennio a colpi di leggi sbagliate, che le iniziative referendarie propongono, infatti, di correggere e riformare profondamente” sottolinea la nota di presentazione.

Eletto segretario generale della Cgil nel 2019, Landini ha cominciato a lavorare come apprendista saldatore in un'azienda artigiana e poi in un'azienda cooperativa attiva nel settore metalmeccanico, prima di diventare funzionario e poi segretario generale della Fiom di Reggio Emilia. Successivamente è stato segretario generale della Fiom dell'Emilia-Romagna, quindi di quella di Bologna.

All'inizio del 2005 è entrato a far parte dell'apparato politico della Fiom nazionale. Il 30 marzo dello stesso anno è stato eletto nella segreteria nazionale del sindacato dei metalmeccanici Cgil. Il 1° giugno 2010 è diventato segretario generale della Fiom Cgil. Nel luglio del 2017 ha lasciato la segreteria generale della Fiom per entrare a far parte della segreteria nazionale della Cgil. Dal 2019 ne è segretario generale.