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Il 20 dicembre 2025 ricorrerà il settantesimo anniversario della firma dell’accordo tra il governo della Repubblica italiana e quello della Repubblica federale tedesca per il reclutamento e il collocamento di manodopera italiana nella Germania federale.
Le migrazioni verso la Germania hanno segnato profondamente la storia del nostro Paese. Quell’accordo bilaterale fu uno dei numerosi firmati in quegli anni con altri Paesi, per dare avvio a quello che sarà per decenni uno scambio tra valore e lavoro.
Il convegno
Per ricordare e riflettere, Cgil e Inca Lombardia promuovono una giornata di studio aperta, nel corso della quale si discuterà sul significato di quella stagione e sulle trasformazioni più recenti della mobilità del lavoro in Europa. Un momento di analisi dal titolo Tra memoria e futuro: le migrazioni italiane tra Italia e Germania, che si terrà il 18 novembre, a partire dalle 9.30 a Milano, presso la sede della Cgil Lombardia.
“Fare memoria è importante, soprattutto rispetto a quello che è un pezzo importantissimo della storia italiana del secondo dopoguerra”, osserva Clemente Elia (Coordinamento immigrazione Cgil Lombardia): “All’indomani della fine del conflitto, l’Italia e la Germania sono due Paesi da ricostruire: quest’ultima ha bisogno di manodopera; il nostro Paese ha urgenza di rimettere in piedi, partendo da zero, la propria economia”.
Il programma della giornata
La mattinata è dedicata al tema L’Italia migrante, con gli interventi di Paolo Barcella (Università di Bergamo) sulle radici storiche dell’emigrazione italiana; Grazia Prontera (Università di Salisburgo) sull'accordo Italia-Germania del 1955; Franco Valenti (Cestim) sulle politiche di inclusione adottate in Germania.
Nel pomeriggio lo sguardo si sposta sull’Italia come Paese di immigrazione, con Michele Colucci (IsMed Cnr) sulle trasformazioni delle mobilità contemporanee; Giulia Crescini (Inca Cgil nazionale) sugli accordi di cooperazione in materia migratoria; Maria Giorgia Vulcano (Nidil Cgil nazionale) sul ruolo della formazione nei Paesi d’origine e sulle responsabilità del sindacato nel tutelare chi si muove per lavoro. A coordinare i lavori sono Francesco Castellotti (Inca Cgil Lombardia) e Luigi Brillante (Inca Germania). La giornata si conclude con l’intervento della segretaria generale Cgil Lombardia Valentina Cappelletti.
Un paese di emigrazione e immigrazione
“Abbiamo ritenuto fondamentale affrontare entrambi i punti di vista – spiega Elia – perché oggi l’Italia accoglie migranti che provengono da tutto il mondo, e solo la memoria della nostra esperienza passata ci può aiutare a individuare politiche sociali e di accoglienza adeguate. Ma il nostro Paese continua a essere anche patria di emigranti, che lasciano le proprie famiglie per cercare lavoro fuori. Parliamo di migliaia di lavoratori italiani all’estero, ancora oggi vittime di sfruttamento”.
Clemente Elia dà qualche numero interessante: circa 20 mila persone nel 2024 hanno lasciato la Lombardia per trasferirsi all'estero, e sono stati quasi completamente sostituiti da altrettanti laureati provenienti dal Sud Italia, per cercare lavoro in Lombardia. Fenomeni migratori, dunque, molto complessi, che si articolano su più livelli e che sembrano confermare, parafrasando Luciano De Crescenzo, che ogni Sud ha a sua volta un altro Sud.
Il ruolo di Inca e Cgil
“Il nostro è un Paese di migrazioni circolari”, prosegue Elia: “Si arriva, ci si ferma, si riparte, a volte si torna, ma non sempre. Dinamiche incrociate, che vanno analizzate nella loro complessità, se vogliamo comprendere a pieno come si trasformano la cittadinanza, le tutele sociali e le appartenenze”. Analizzare i fenomeni migratori, dunque, per tutelare le persone e il loro lavoro, all’interno e fuori dai nostri confini nazionali. Questo è, da ottant’anni, l’obiettivo principale della Cgil attraverso il suo patronato, l’Inca.
“Oggi come ieri un punto di riferimento per chi si trova straniero in un Paese che non è il proprio”, conclude Elia: “L’Inca ha svolto e continua a svolgere un ruolo fondamentale di accoglienza, informazione, accompagnamento. In una parola: sostegno ai lavoratori che dall’Italia migrano all’estero o che, al contrario, arrivano nel nostro Paese”. Appuntamento, dunque, il 18 novembre a Milano presso la Cgil, per partire da quell’intesa siglata il 20 dicembre 1955 e arrivare a come funzionano, oggi, analoghi accordi di cooperazione con Paesi terzi.
























