Ci sono film che hai paura di vedere, perché sai già che potrebbero scuoterti l’anima, che non saresti in grado di reggere il colpo, che ti devasteranno. Uno di questi è di sicuro The Voice of Hind Rajb, la storia vera della bambina palestinese morta a Gaza, dopo ore di tentativi per salvarla. Ad essere crudelmente vera non è solo la storia, ma è anche la voce della bimba, che segna la traccia portante di tutto il film. Il lungometraggio della regista tunisina Kaouther Ben Hania è stato accolto alla Mostra con ventidue minuti di standing ovation e ne è già il vincitore morale.

Il 29 gennaio 2024 Hind Rajab era rimasta chiusa in macchina per nascondersi dai carri armati dell’esercito israeliano, circondata dai cadaveri dei propri familiari. La cugina di Hind, prima di morire, chiamò l’organizzazione umanitaria Mezza Luna Rossa Palestinese, rimasta in contatto con lei per ore, nel tentativo di superare una serie di ostacoli per mandare un’ambulanza a salvarla. Il film ricostruisce quelle ore terribili proprio attraverso le chiamate originali tra la bambina e gli operatori, con un elettrocardiogramma sonoro da principio più vivido. Poi, via via sempre più flebile fino a scomparire totalmente, lasciando gli spettatori nello sconforto del silenzio.

“Sarebbe stato un tradimento doppiarla, nessuna attrice avrebbe potuto farlo”, ha detto la regista, sottolineando come la decisione di lasciare la voce vera originale di Hind non sia stata una semplice scelta di sceneggiatura, ma qualcosa di più potente: la volontà di far sentire la voce di un intero popolo trucidato, di tutti gli oltre diecimila bambini uccisi a Gaza dall’inizio della guerra.

In un momento storico in cui persino guardare alcune immagini al telegiornale rischia di essere devastante, vedere questo film significa scegliere di non voltarsi dall’altra parte.

“La domanda è come è stato possibile che una bambina di 5 anni sia stata messa nella condizione di urlare così? – ha detto Saja Kilani, una degli interpreti del film -. Nessuno ha il diritto di vivere in pace se un bambino è costretto a chiedere, urlando, di aiutarlo a sopravvivere. Come è stato possibile che non siano riusciti ad aiutarla? Non ne possiamo più. Lasciate che la voce di Hind Rajab risuoni in tutto il mondo. Lasciate che vi ricordi il silenzio che circonda queste storie di Gaza”.

Alle voci degli interpreti e della regista si sono unite quelle dei produttori del film: Brad Pitt, Joaquin Phoenix e Rooney Mara, arrivati anche loro al Lido. Il cast ha sfilato sul red carpet con la foto della piccola e dopo la proiezione ha sventolato la bandiera palestinese. Si chiede spesso se l’arte possa fare qualcosa per cambiare il mondo. Quando – come in questo caso – prende posizione e dà voce alla verità, lo ha già fatto.