Ci sono spettacoli in cui l’azione ruota tutta intorno all'arrivo del colpo di scena. E poi c’è il teatro dell’assurdo, dove la trama si regge proprio sul fatto che non succede niente. Difficile in questi giorni capire se la fase due per lo spettacolo dal vivo sarà un avvincente musical o uno spettacolo beckettiano. La data del 4 maggio ha indicato il via alla riapertura per gli studi di doppiaggio, dove gli attori entreranno in sala uno alla volta, con guanti e mascherine. Anche per i set nel Lazio era stata annunciata la riapertura, in forma blindata, con test sulle condizioni di salute degli attori prima delle riprese, uso di mascherine per tutti gli operatori e per gli artisti non in scena, distanza di sicurezza quando possibile. Ma gli addetti ai lavori hanno frenato, giudicando prematuro il ritorno sui set cinematografici e di fiction tv, dove gli assembramenti sono comuni. L'orizzonte individuato dai produttori è di tornare a girare a giugno, mentre i sindacati chiedono che si garantisca a tutti, troupes e cast, di lavorare in sicurezza. Entro la fine della settimana dovrebbe tenersi una riunione in videoconferenza tra i produttori di Apa e Anica, la Regione e i sindacati, per stilare i protocolli sulla sicurezza e il protocollo sanitario. Se nel cine-audiovisivo sembra dunque che il secondo tempo riprenderà, seppur lentamente, per i teatri, le compagnie e le associazioni culturali non ci sono notizie certe sull’inizio del secondo atto.

La richiesta principale della Cgil è di intervenire per l'emergenza, ma di mettersi poi subito a lavoro su un serio Piano nazionale di rilancio della Cultura che guardi anche oltre, a partire da un punto: il Fondo unico per lo spettacolo non può essere l’unica forma di sostegno pubblico al settore, perché ne lascia fuori una fetta troppo grande. A questo proposito, il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha firmato un decreto per il riparto di 20 milioni di euro a sostegno delle realtà delle arti performative che non hanno ricevuto contributi provenienti dal Fus nel 2019. Le risorse provengono dai 130 milioni stanziati per il Fondo Emergenza per l’audio-visivo e lo spettacolo dal vivo, istituito con il decreto “Cura Italia” di marzo. Potranno accedervi le piccole realtà attive nel teatro, nella musica, nella danza e nel circo residenti in Italia, che nell’ultimo anno abbiano svolto un minimo di 15 rappresentazioni e versato contributi previdenziali per almeno 45 giornate lavorative. Ma il nodo è sempre lo stesso: quello delle giornate contributive, così come nel caso delle 30 richieste per l'indennità una tantum di 600 euro. Molte compagnie ed associazioni piccole e medie, infatti, realizzano gli spettacoli in coproduzione con imprese più grandi, che si fanno garanti della messa in agibilità per i lavoratori e capofila dei progetti nella partecipazione ai bandi pubblici. Per queste ragioni, una larga parte di soggetti interessati non potrà accedere al fondo aperto dal Mibact.

In attesa di conoscere le misure contenute nel decreto del governo, il futuro di eventi culturali, festival e concerti è tra i temi caldi sul tavolo degli enti locali. La Regione Lazio ha stanziato un milione di euro per i teatri che hanno dovuto sospendere i cartelloni. Il bando prevede un contributo al pagamento dei canoni di locazione per i mesi di marzo, aprile, maggio e giugno 2020, pari al 40% dell’affitto complessivo.

Rimane aperto il tema dei lavoratori dello spettacolo, tra cui in particolare quelli a chiamata. Come fa notare il sindacato, questi lavoratori non hanno alcuna forma di tutela e non hanno molte giornate di lavoro nello stesso mese. Ecco l'origine della proposta di una formula per il pagamento dell’indennità che calcoli a ritroso le giornate maturate negli ultimi due anni. La Cgil e la Slc apprezzano che per la prima volta sia stato individuato il perimetro dei lavoratori dello spettacolo, ma giudicano le misure stanziate ancora ampiamente insufficienti. Nella bozza del nuovo decreto, il requisito delle 30 giornate contributive dovrebbe scendere a 15, anche se il sindacato punta all'azzeramento, giudicando il criterio avulso da un contesto in cui predominano il lavoro nero e l'esigenza di fare  più lavori per raggiungere un reddito dignitoso.

L'altra richiesta è quella di permettere l'accesso all'indennità anche ai  pensionati, al di sotto di una determinata soglia. Tra le nuove misure introdotte, dovrebbe esserci il reddito di emergenza, che Cgil e Slc avevano chiesto, per mettere in sicurezza i lavoratori almeno fino a ottobre, visto che il comparto dello spettacolo sarà tra gli ultimi a ripartire. L'indennità per gli autonomi, rifinanziata, verrebbe estesa anche agli intermittenti. L’obiettivo finale per il sindacato, tuttavia, prescinde dalla fase contingente e deve essere una riforma in senso universalistico degli ammortizzatori sociali. Intorno al versamento dei contributi ruota, inoltre, un altro antico problema. La Slc ha, infatti, denunciato il caso di diversi teatri che contattano gli scritturati per far firmare loro un contratto di 12 giorni alla paga minima prevista dal contratto nazionale. “È evidente - commenta in una nota il sindacato - che l’interesse delle imprese è quello di dimostrare giornate lavorate. È l’ennesima dimostrazione di un comparto che utilizza gli scritturati come se non fossero professionisti, ma semplici fantasmi da utilizzare all’occorrenza”. La vecchia pratica di versare contributi a lavoratori fermi per “accumulare” requisiti, al fine della partecipazione ai bandi pubblici, esplode in questa fase di crisi, in tutta la sua criticità.

Nella bozza di decreto, infine, compare un provvedimento che permetterebbe a molti lavoratori di cinema e teatro, licenziati in tronco per l'emergenza, di vedere un piccolo happy end: la possibilità, per il datore di lavoro che abbia fatto licenziamenti dal 23 febbraio al 17 marzo 2020, di revocarli, contestualmente alla richiesta di trattamento di cassa in deroga. Per la Cgil il decreto di maggio è solo un primo passo, ma governo e ministero devono impegnarsi formalmente per il prossimo futuro. La strada è lunga e deve essere lastricata di azioni per riportare questo settore al rispetto delle regole e della legalità.