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Si terrà in Sala Di Vittorio, nella sede della Cgil Nazionale, l’ultimo dei quattro convegni dal titolo “Lavoro e Democrazia”, i primi declinati sui temi della politica (Bologna, 23 maggio), della società (Milano, 16 giugno), dell’economia (Napoli, 22 ottobre), mentre il prossimo venerdì 21 novembre, a partire dalle ore 9,30, sarà il rapporto con il sindacato il centro della discussione, che verrà aperta da Umberto Carabelli, direttore della Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale, organizzatrice di questo e degli altri incontri.
Il titolo scelto “Democrazia sindacale. Rappresentanza e conflitto: soggetti, regole, problemi”, insiste infatti proprio sul ruolo del sindacato oggi, alla luce di una contemporaneità che coinvolge anche gli altri aspetti esaminati, come conferma lo stesso direttore Carabelli: “Ciascuno di questi convegni è un tassello importante di un puzzle complessivo, che abbiamo chiamato “Lavoro e democrazia”. Un progetto ambizioso che viene da lontano”. L’idea parte infatti dagli ultimi incontri del comitato scientifico della rivista dove, ricorda Carabelli, più volte sono emerse, al di là degli aspetti più tecnico-giuridici, considerazioni relative alle complessità riguardanti il diritto del lavoro, in virtù della crisi che esso sta subendo da molti anni “incidendo profondamente, almeno così ci è sembrato, sul tema delicatissimo e più ampio della crisi di democrazia.Tema di cui si parla sempre in politica, senza mai chiedersi quanto questa crisi abbia a che fare con quella del lavoro come elemento identitario della persona-cittadino nel nostro sistema”.
Da qui dunque la proposta dei quattro convegni, con altrettanti profili sul tema lavoro e democrazia. E se i primi tre sono dimensionati in ambito più ampio, e riguardano il rapporto del lavoratore nella società, il 21 novembre si discuterà delle dinamiche democratiche sindacali di cui è parte il lavoratore, rispetto alle quali “si sente il bisogno di ragionare sulla crisi esistente, fattori da indagare nell’ambito del convegno stesso”.
In questo senso Carabelli indica nel volume di Axel Honneth Il lavoratore sovrano. Lavoro e cittadinanza democratica, pubblicato in Italia nell’aprile 2025 per i tipi de “il Mulino”, lo studio nel quale “abbiamo trovato conferma delle nostre preoccupazioni. La tesi centrale del libro riguarda infatti chi deve continuamente pensare a trovare lavoro perché precario, senza reddito continuativo, o anche con lavoro continuativo ma con redditi in decrescita sul potere d’acquisto, che ci pone quale fanalino di coda in Europa tra i livelli salariali del lavoro dipendente. Sulla base di questa riflessione l’autore ci racconta di un problema enorme che incide sulla democrazia, perché chi non si sente sicuro del proprio lavoro, e nella capacità di sostenere la propria famiglia, si vive come un cittadino di serie B, con conseguente allontanamento dalla vita pubblica, dal suo ruolo di partecipe alla democrazia”.
Un tema che si lega al disamore riscontrato ormai ovunque in Italia nei confronti del diritto di voto; e se non si interviene nel migliorare le condizioni del Paese, dell’Europa, in generale dell’Occidente, il timore è che “questo terremoto che ha sconquassato l’intera società possa aggravarsi, lasciando spazio ad autoritarismi vari ed egoismi avanzati, con terribili polarizzazioni di ricchezze - aggiunge Carabelli -. Nel convegno di Napoli, la prima relazione ci ha narrato che l’1 per cento dei controllori di capitale è in grado di possedere l’80 della ricchezza delle società mondiali. Una dimensione spaventosa del problema”.
Questo quarto convegno si occuperà dunque in particolare della dimensione del lavoratore in termini di tutela collettiva in orbita sindacale, come elemento costituivo dei produttori di servizi nei luoghi di lavoro. Ancora Carabelli: “Si partirà da un quadro generale dell’intero assetto costituzionale in cui si colloca la dimensione collettiva, con gli articoli 39, 40, 42 e 46 della Costituzione italiana, che raccontano molto di come il lavoro sia stato immaginato nel progetto costituente, e di come tale progetto sia rimasto inattuato. Al tempo stesso si ragionerà sul ruolo del sindacato, all’interno di uno schema elaborato negli altri convegni, e di quanto sia ancor più determinante”.
Se dunque dal lato del lavoro, come molti studiosi hanno evidenziato, il potere è solo collettivo e “il singolo non conta niente”, il sindacato deve allora avere quella forza che arrivi dal consenso della condivisione degli obbiettivi. Ecco perché, tra le parole d’ordine di questo convegno, ci saranno partecipazione e rappresentanza: “Abbiamo un grosso problema da questo punto di vista, per questo bisogna ricostruire le regole della rappresentanza. Soltanto così siamo in grado di rafforzare la posizione del sindacato, sia nei confronti della controparte che in quella del governo e della società in generale, anche per riesaminare come si formi la volontà collettiva del consenso nei confronti del sindacato, e come tale rappresentanza venga esercitata dal sindacato stesso, in particolare nella contrattazione collettiva”.
Infine il tema conflitto, perché non bastano delle regole sulle contrattazioni per regolare il tutto, e il conflitto rimane elemento costitutivo, quindi da garantire che possa svolgersi, malgrado sembri non piacere molto ad alcuni soggetti politici: basti pensare alle recenti manifestazioni per la pace, o per la tutela dei lavoratori rispetto alla legge finanziaria. Nell’ultima parte, dal conflitto si passerà al diritto di sciopero, in particolare con le relazioni di Marco Barbieri e Piera Campanella, anche per ricordare che “senza il sindacato non si va da nessuna parte, e il ruolo dei soggetti collettivi, tanto per la controparte rappresentata dal sistema capitalistico, quanto per quella rappresentata dal governo, è un ruolo importante, determinante, da sviluppare appieno”.
La presenza del segretario generale della Cgil Maurizio Landini, che aveva aperto il ciclo di incontri a Bologna, rappresenta così non soltanto la chiusura di un lungo lavoro portato avanti da RGL in questo 2025, ma anche un importante momento di riflessione sull’evoluzione dei rapporti di lavoro, in termini politici e sindacali, in previsione del prossimo Congresso.
























