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Quattro ore di sciopero per chiedere un piano industriale vero, non solo promesse. I lavoratori e le lavoratrici di Gambro Vantive Medolla si fermano e tornano a protestare davanti ai cancelli dell’azienda, in via Modenese 66, dalle 12.30 alle 15.30. La decisione arriva dopo settimane di tensione e incertezze, nel pieno dello stato di agitazione proclamato da Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e dalle Rsu di stabilimento.
“Chiediamo risposte sul futuro”
La vertenza si trascina da mesi. Da quando il fondo americano Carlyle, proprietario di Vantive, non ha ancora chiarito quale futuro intenda dare allo stabilimento modenese. “Serve un piano industriale che indichi chiaramente come rilanciare il sito di Medolla – spiegano i sindacati – non possiamo continuare a vivere nell’incertezza, dopo tredici mesi di contratto di solidarietà in appena diciassette”.
550 lavoratori in attesa di certezze
Sono 550 le persone coinvolte in questa attesa che si fa ogni giorno più pesante. Da un lato il calo dei volumi produttivi, dall’altro il silenzio della proprietà su nuove linee o prodotti da sviluppare. “Non è più accettabile – ribadiscono Filctem, Femca e Uiltec – che una fabbrica storica del distretto biomedicale resti senza un piano di rilancio. Non basta difendere l’esistente, serve un progetto che guardi avanti”.
La mobilitazione continua
Lo sciopero di domani è solo il primo passo di una mobilitazione che potrebbe proseguire nelle prossime settimane se non arriveranno segnali concreti. L’obiettivo resta quello di aprire un tavolo con l’azienda e con le istituzioni locali, “perché Medolla – concludono i sindacati – non può assistere in silenzio al declino di uno dei suoi presidi industriali più importanti”.























