La vertenza dei lavoratori della giustizia entra in una fase cruciale. Fp Cgil ha proclamato uno sciopero nazionale per il 5 dicembre, con un presidio nella capitale nei pressi del Senato. La mobilitazione riguarda le migliaia di dipendenti impegnati nell’Ufficio per il processo, una struttura nata nel 2022 grazie alle risorse del Pnrr e considerata decisiva per l’efficienza degli uffici giudiziari.

A Firenze, nel corso di un incontro pubblico, Florindo Oliverio, segretario nazionale della categoria, ha spiegato che la protesta è resa inevitabile dalla scadenza imminente del contratto. Sono circa 12mila le persone coinvolte, tra personale precario e di ruolo, che da mesi attendono un segnale politico chiaro sul loro futuro professionale. La richiesta è semplice e diretta. Servono risorse nella prossima legge di bilancio per garantire continuità lavorativa e riconoscimento delle competenze acquisite.

Secondo il sindacato la situazione non permette ulteriori rinvii. Le attività svolte dagli addetti dell’Ufficio per il processo sono considerate indispensabili per ridurre i tempi dei procedimenti e sostenere l’intera macchina giudiziaria. Per questo Fp Cgil insiste sulla necessità di stabilizzare il personale e di definire un percorso contrattuale certo.

Con lo sciopero e la manifestazione del 5 dicembre la categoria punta a rendere visibile una condizione che rischia di finire ai margini della discussione sulla manovra. L’obiettivo è ottenere una risposta politica prima che la finestra utile si chiuda, evitando l’ennesimo passaggio in cui a pagare siano lavoratrici e lavoratori che in questi anni hanno contribuito a reggere un sistema in affanno.

La protesta vuole anche riportare l’attenzione pubblica su una realtà spesso ignorata. Dietro agli obiettivi di efficienza proclamati a ogni stagione politica ci sono persone che garantiscono ogni giorno la tenuta dei servizi. La loro presenza non è un dettaglio ma un elemento strutturale. Senza un investimento stabile il rischio è quello di rallentare di nuovo un settore già sotto pressione.