Beatrice Venezi sarà la nuova direttrice musicale della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia. La decisione è stata approvata all’unanimità dal presidente della Fondazione, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e dai consiglieri. La notizia è arrivata nel primo pomeriggio di ieri, 22 settembre. Una scelta che ha scatenato molte polemiche. Venezi, infatti, è consigliere per la musica del ministero della Cultura dal 2022, nominata dall’allora ministro Sangiuliano, è sempre stata vicina idealmente a Fratelli d’Italia ed è figlia di un imprenditore, Gabriele Venezi, che nei primi anni Duemila si candidò sindaco a Lucca per il partito neofascista Forza Nuova.

Venezi assumerà ufficialmente l’incarico a partire dall’ottobre 2026

“Dovremo attendere ancora un anno – hanno scritto Nicola Atalmi, segretario generale della Slc Cgil Veneto, e Daniele Giordano, segretario generale Cgil Venezia –, ma intanto il posto in Fenice per fortuna è prenotato. E non un posto qualsiasi: Beatrice Venezi sarà direttore musicale (il maschile è d’obbligo, Giorgia docet) di uno dei più prestigiosi teatri europei. Ma tra un anno”. Venezi, infatti, assumerà ufficialmente l’incarico a partire dall’ottobre 2026, e il suo mandato durerà fino al marzo 2030.

Sulla nomina nessun confronto con Orchestra e Coro

“La notizia – prosegue la nota congiunta dei segretari di Cgil Venezia ed Slc Veneto – è arrivata direttamente alla stampa, malgrado appena cinque giorni prima il Sovrintendente Colabianchi avesse negato alle maestranze e alle rappresentanze sindacali che fossero state prese decisioni, anche perché, aveva assicurato, prima ci sarebbe stato un confronto doveroso con Orchestra e Coro. Ma non c’era tempo da perdere, perché una figura così importante a livello internazionale poteva portarcela via qualche grande Teatro nel mondo”.

“Così – denuncia il sindacato – il sindaco Brugnaro, dicendo ancora una volta signorsì alla catena di comando romana meloniana della nuova italica cultura, ha prontamente provveduto alla nomina. Purtroppo però, al di là della facile ironia, questa faccenda è seria. Che un’istituzione importante come la Fenice sia piegata a logiche spartitorie politiche è francamente inaccettabile. Invece di costruire, dopo quasi dieci anni di assenza, le condizioni per individuare una figura che fosse all’altezza del ruolo internazionale del Teatro veneziano, con un confronto proficuo con i professionisti con i quali dovrà lavorare, si è preferito calare dall’alto una scelta che ora dovrà confrontarsi con la realtà”.